
X – Los Angeles
by Simone Rossetti
1980. Le date sono importanti se si vuole contestualizzare un album (od una qualsiasi opera d’arte) all’interno di un preciso momento storico anziché limitarsi ad un semplice ascolto magari appagante per l’orecchio ma non per l’anima, intendiamoci, l’album in questione non è né il migliore né il capolavoro degli X (saranno i due successivi album Wild Gift e Under The Big Black Sun a contendersi tale podio) quindi perchè parlarne? Ci siamo chiesti che senso avrebbe avuto parlare di un capolavoro quando tutti sanno che è un capolavoro (e come tale lo conoscono), no, volevamo partire da un inizio, più precisamente da qualche anno prima. Gli X si formarono in quel di Los Angeles, siamo nel 1977, punk ovviamente ma per approccio ed attitudine “altro” rispetto al punk inglese ed europeo, una intera generazione che ad un certo punto si ritrovò orfana del Flower Power. Gli X di Exene Cervenka (voce) e John Doe (basso e voce) ai quali si aggiungeranno Billy Zoom (chitarra) e D.J.Bonebrake (batteria) sono tutto questo, un salto nel buio di una Los Angeles che di angelico aveva ben poco, un proto punk-new wave a tinte dark imbevuto di rock’n’ roll anni ’50; arriviamo così al 1980 ed a questo Los Angeles, album pubblicato per la Slash Records e prodotto da un certo Ray Manzarek (The Doors) il quale presterà la sua tastiera anche ad alcuni brani in scaletta; a livello di vendite fu il classico flop ma è qui ed ora che con questo album seminale verranno gettate le basi che poi influenzeranno una moltitudine di gruppi a venire ed un intero movimento generazionale. Il lato A si apre con Your Phone’s Off the Hook, But You’re Not un classico punk’n’ roll non imprescindibile, scorre piacevolmente ma non si sente ancora quella simbiosi armonico-melodica che in seguito farà la differenza e che già dalla seconda traccia Johny Hit and Run Paulene se ne intuiranno tutte le potenzialità, semplicemente bellissima; Soul Kitchen è una cover dei Doors a suo modo straniante (può piacere o meno ma è sicuramente geniale) quando ecco arrivare la prima vera gemma, Nausea, un tappeto sonoro dark wave dove i ritmi rallentano ed il cantato declamatorio di Cervenka entra in unione perfetta con i suoni che si dilatano sopra una disturbante e glaciale ritmica marziale. Con Sugarlight si torna ad un più classico rock’n roll, pezzo comunque notevole ma sarà la traccia ad aprire il lato B (quella che presterà il nome all’album) il vero capolavoro, Los Angeles, che dire, poesia in musica, alienazioni e solitudini, non è una città per gli angeli, non è un mondo di angeli. Sex and Dying in High Society torna su ritmi più sostenuti, un pezzo che sembra contrarsi su se stesso per poi esplodere in un bellissimo refrain, c’è The Unheard Music appiccicosa e sensuale ed infine a chiudere The World’s a Mess, It’s in My Kiss un rock’n’roll urbano e sferragliante con in primo piano le tastiere di Manzarek. Siamo arrivati così alla fine, un’ultima considerazione, gli X e questa musica sono imprescindibili dalla voce di Exene Cervenka, è lei la sirena notturna di questa città, di queste storie che ci raccontano di sesso, droga, morte ma anche riscatto (quando possibile); bruciava Los Angeles, bruciavano i suoi angeli, bruciava questa piccola gemma nera. Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui e qui) o meglio ancora procuratevi il sempre più preferibile vinile, dove? Ma nel vostro più vicino negozio di dischi, basta immaginarlo.