
Veronica Sbergia – Bawdy Black Pearls
(2023, Bloos Records)
by Simone Rossetti
“Se ne parliamo è per rispetto verso questa musica, perché lo merita, perché merita di essere sottratta ad un oblio e per le storie umane, mai facili, che ci sono dietro queste voci, voci di donne che nel loro piccolo (e sulla propria pelle) una storia l’hanno scritta.” (Roots!)
Prendete nota…….Lucille Bogan, Lil Johnson, Ma Gertrude Rainey, Trixie Smith, Merline Johnson, Georgia Withe, Victoria Spivey, Sweet Emma Barrett…..Storie di donne che hanno segnato un’epoca, che si sono ritagliate una piccola fetta di “visibilità” e di un “vivere” in tempi non certo facili (quelli dei primi del ‘900, del ragtime, del pre-war blues, del vaudeville)…..Donne “black”, afroamericane, di colore, “nere”, fate un po’ voi….e no, a distanza di più di un secolo nulla è cambiato, anzi…..lasciate perdere “un colore” che forse fra mille difficoltà era l’ultimo dei problemi…..bastava (così come basta oggi) essere donne…Donne. Veronica Sbergia è estremamente brava nel rileggere, interpretare e strappare ad un tempo che oramai non ci appartiene più (forse) queste storie, un “genere” che oggi potrebbe sembrare superato ma che invece saprà farsi narrazione e prepotentemente attuale…..C’è un’ostinata rivalsa in questo “sentire vecchio”, un qualcosa che si tramanda nel tempo, ferocemente attuale, drammaticamente moderno…..quello che vi consigliamo in questi casi è di tornare ad ascoltarvi anche gli originali (perché a prescindere e senza nulla togliere a questo lavoro di Veronica lo meritano, fruscio compreso)…..12 brani, 12 cover (detta così, molto banalmente), un viaggio a ritroso nel tempo di spiazzante “tenerezza”….dalle più “leggere” If It Don’t Fit (Don’t Force It), Stavin’ Chain, Hot Nuts (Get ‘Em From The Peanut Man), Sold It To The Devil fino alle atmosfere più scure ed amare di He May Be Your Man (But He Comes To See Me Sometime), My Man Rocks Me (Whit One Steady Roll), Dope Head Blues, Ma Rainey’s Black Bottom, la bellissima Sweet Lotus Blossom (a firma Julia Lee)……Bawdy Black Pearls non lo si ascolta e basta (se è questo che vi aspettate passate pure ad altro), lo si sfoglia come un vecchio album di fotografie ingiallite, come le pagine di un libro abbandonato e dimenticato da tempo chissà dove eppure attualissimo. Insieme a Veronica (voce, ukulele e washboard) i bravissimi Simone Scifoni al piano, Dario Polerani e Lucio Villani alternativamente al contrabbasso, Lino Muoio al mandolino, Max De Bernardi alla chitarra acustica, Mauro Porro ai fiati e Giuseppe Pesenti al ladle in I Ain’t Gonna Give Nobody None Of My Jelly Roll…..ed infine quell’artwork (quella bocca in tutta la sua “prepotenza black”), sappiate che è a firma di Roberta Maddalena Bireau (la citiamo solo perché lo merita e di un resto non ce ne può fregare di meno). Siete agli albori del ‘900, siete altrove, siete altro, siete domani, siete su Roots! e come sempre buon ascolto (qui o qui).