Roots! n.551 novembre 2022 Van Halen – MCMLXXXIV

Van Halen - MCMLXXXIV

Van Halen – MCMLXXXIV

(1984, Warner Bros.)

by Simone Rossetti

Con rispetto, molto serenamente e liberamente…semplicemente perché ci fa piacere. (In ricordo di Eddie van Halen, 1955 – 2020).

Era il 1978 quando i Van Halen pubblicarono il loro omonimo album di debutto….forse non un capolavoro ma un gran bell’album di hard-rock’n’roll sì (e le milioni di copie vendute stanno lì a dimostrarlo anche se “teoricamente” potrebbe non voler dire nulla)….Ad un “botto” iniziale seguiranno una serie di album cosidetti “minori” (non minori di per sè…semplicemente stavano cambiando i tempi ed un ascolto), questo fino al 1984 (anno di pubblicazione nonchè titolo dell’album ma in numerazione romana, MCMLXXXIV)…..stramilioni di copie vendute, in vetta alle classifiche di mezzo mondo, premi, riconoscimenti….eppure, eppure una domanda ce la poniamo…..ma come cazzo è mai possibile che un album con sole 2 (forse 3 a voler essere buoni) tracce di un certo spessore su un totale di 9 possa aver avuto tutto questo successo??…Intendiamoci, non è che pezzi come Top Jimmy, Drop Dead Legs, I’ll Wait, Girl Gone Bad o House Of Pain facciano proprio “schifo”, tutt’altro, suonano ma certo non si possono dire “imprescindibili”….se poi si guarda alla qualità di un insieme Van Halen è tutto un altro sentire…..Un motivo c’è (non così facilmente spiegabile ma nemmeno di poco conto)….una trascinante e spumeggiante Panama che ancora oggi resta uno splendido sentire (alla fin fine è un semplice rock’n’roll dalle sonorità più hard), il blues sparato a mille di Hot For Teacher a fare terra bruciata di un tutto, la mid tempo I’ll Wait che più “classic” anni ’80 non si può, l’heavy-metal di House Of Pain (..ok, heavy-metal, insomma)….Drop Dead Legs in odor di AC/DC non male e se non altro con un arioso refrain a lasciare un segno ma finisce qui….Ma poi c’è Lei, Jump ed una intro,1984, che mai come in questo caso sarà una porta di accesso all’artwork….iconica senza dubbio, un angioletto dal ciuffo ribelle che tiene fra le dita una sigaretta….Allora, può bastare un solo brano a trascinare un album nell’Olimpo del rock? Sì quando si tratta di Jump, quando è Vita, quando è voglia di vivere, quando è fatto di sogni e si crede (si credeva, era pur sempre il 1984) che tutto fosse possibile…Si divertono i Van Halen e si sente, non devono dimostrare niente a nessuno, non mirano ad un “grande album” (cosa che avrebbero potuto fare) ma a suonare del “banale” rock’n’roll stradaiolo, di pancia, senza troppe complicazioni….ed alla fine anche quello che potrebbe sembrare “minore” acquista un suo senso…ed è bello, semplice, vitale….

Might as well jump. Jump! Go ahead and jump, Get it and jump. Jump!, Go ahead and jump, Jump! Jump! Jump! Jump!” 

Ciao Eddie, che il paradiso ti sia lieve….e ricco di armonici.

Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui o qui).   

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