Roots! n.427 aprile 2022 Tides – Between The Lines

Tides - Between The Lines

Tides – Between The Lines

(2021, autoprodotto)

by Simone Rossetti

E si, questi Tides sono veramente bravi; niente di nuovo si dirà (alla fin fine la loro musica è un indie alternative rock di scuola anni ’90) ma fa il suo e lo fa bene; Between The Lines è un album dal piacevole scorrere, compositivamente ha il tiro giusto, ha i suoi alti e bassi (un pò come qualsiasi altro album, un pò come la vita) eppure un dubbio ci assale, se solo avessero osato un “capellino” di più ma “osato dove?”…Cristian Reduce alla chitarra e voce, Giuseppe Zanini alla chitarra solista, Massimo Donati al basso e Gerti Hima alla batteria, qui al loro album di debutto veramente niente male ma “anche” (da leggersi come semplice considerazione e niente più) reale specchio “artistico/musicale” di questi tempi (poi ci si può raccontare quel che si vuole ma il rock oggi, nel bene o nel male, è questo); Ready To fly è un bel sentire, una ballata post-rock fra Soundgarden, Pearl Jam e la poetica di Mark Arm, non sono da meno una minimale ed intensa Thank You, la desertica Crystal Clear, una notturna You Go On che tanto di cappello ed inutile dirlo, la sua semplicità “folk” ci affascina (bella, forse quella via maestra ma non è finita); c’è la più dura Footsteps a lambire territori quasi “post-punk” fino a Waiting intrisa di sonorità post-grunge primi anni ’90 per concludere infine con due piccolissime gemme acustiche (notevole la voce di Cristian Reduce) scarne fino all’essenziale, dimensione questa che ci sembra più “naturale” e che ci delizia, una intensa Again (a due voci, insieme a Matt G degli IYV) ma soprattutto la titletrack Between The Lines (quanto Eddie Vedder ma il pezzo resta bello a prescindere). Solo un breve assaggio per un album dalle molteplici sfaccettature da ascoltare e gustarsi con la dovuta calma (quella di altri tempi); i Tides sembrano non “sbilanciarsi” più di tanto eppure anche se il “già sentito” è dietro l’angolo ecco che quasi senza volerlo ci spiazzano con dei pezzi che sembrano uscire “chissà come”, “chissà da dove” e “chissà perché” hanno un qualcosa di speciale, quel sentire “rock” che riscalda e conforta. Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui o qui).      

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