
The Rocky Horror Picture Show (Soundtrack)
(1975, Sanctuary Records)
by Simone Rossetti
“Don’t dream it. Be it.” (Frank-N-Furter)
Lo abbiamo preso alla lettera….sicuramente “indegni” (quelli bravi hanno già raccontato tutto quello che c’era da raccontare e sicuramente meglio)…..a questo punto non ci restava che smettere di sognare ed “esserlo” nell’unico modo possibile, il nostro….ed a prescindere da quale che sia il risultato (purtroppo) ce ne scusiamo.
Di Un Parlare
The Rocky Horror Picture Show (diretto da Jim Sharman) non è il musical (The Rocky Horror Show, senza il Picture) del 1973 e sempre a firma Jim Sharman (ma meglio sarebbe dire di Richard O’Brien, suo il soggetto, la sceneggiatura e le musiche)….e mettetevi l’animo in pace perché malgrado ancora oggi sia possibile vederlo riproposto “dal vivo” (quando meglio, quando peggio) non sarà mai come essere in quel 1973…”e allora?” direte voi….Seguiteci, il Picture (la pellicola) no….quella è e sarà sempre lì, sempre uguale a se stessa e fortunatamente….immutabile “nel tempo e nello spazio”….Non vi parleremo del film né del musical (non ne avremmo le dovute competenze) ma “semplicemente della sua “colonna sonora” non dissimile da quella portata sul palco….
Assolutamente da non ascoltare se avete la fortuna (quella di una “prima volta”) di non averlo ancora visto (dal vivo o in video)….sarebbe un “suicidio” che non meritate perché ogni brano, ogni sua singola nota, ogni voce vi riporteranno ineluttabilmente ad un episodio preciso della pellicola….questo è il bello e questo è (sarà) il viaggio.
Di Uno S-parlare
Colonna sonora (da leggersi come “musiche”, come tutto un “tutto”) immensa, un lavoro corale che seguirà lo scorrere della storia e la narrazione degli eventi…rock’n’roll, glam rock, soul, gospel, cabaret, teatro nella sua forma più dissacrante e brillante….un pulsare di vita così come la vita è…..esplosiva, malinconica, amara….illusione, sogno, dissolvenza.
Epilogo
Stavo riportando sul pc (molto fiduciosamente) quanto scritto a penna su carta…ed ecco che all’improvviso no, non andava più bene….da riscrivere tutto, niente lista della spesa (e pensare che questa volta poteva forse essere la scelta giusta)….ma Frank-N-Furter (un Tim Curry, immenso per voce ed interpretazione), Janet (la bravissima Susan Sarandon), Brad (Barry Bostwick)….Magenta (Patricia Quinn), Eddie (Meat Loaf, che riposi in pace), lo stesso Riff Raff (Richard O’Brien, un genio assoluto) se ne stanno tutti lì intorno ad una tavola imbandita che sembrano guardarci e chiederci…”Ma come, è tutto qui quello che sapete fare??”….si, purtroppo si, colpa dei tempi, colpa nostra…cerchiamo di inventarci qualcosa, non necessaria e nemmeno richiesta ma che almeno sia un qualcosa…..Se avrete pazienza arriverà anche il momento di ascoltare Over At The Frankenstein Place……più oscura e malinconica rispetto alle precedenti…e poi quel passaggio “declamato” da Brad “The darkness must go down the river of nights dreaming, Flow morphia slow, let the sun and light come streaming, Into my life, into my life.”….e scusateci se questi pochi minuti ci mandano letteralmente in estasi….Ci sono Sweet Transvestite e I Can Make You A Man (entrambe perstate alla voce di Curry…e che dire, nel corso degli anni in molti ci si sono confrontati ma no, qui è tutto un altro sentire, un altro esserci)….La Sarandon in un momento clou della storia (che ovviamente non vi sveleremo) con l’iconica Touch-a, Touch-a, Touch-a Touch Me….E così brano dopo brano ci si avvia verso un finale che più amaro non potrebbe essere, prima con la bellissima e malinconica I’m Going Home (“bellissima”, parola che non rende l’idea se non dopo aver visto il film e che duriamo fatica a comprendere come possa in questo cazzo di fottuto mondo esistere questa “cosa”, comunque “creatura” dell’uomo, che si chiama Arte)…Cosa che invece comprenderemo bene nel brano-epilogo Superheroes (che già di per sé lascia un profondo senso di smarrimento) quando “il narratore” della storia declamerà le sue conclusioni….mai così vere…ed a queste vi lasciamo. Siete su Roots!, siete altrove, siete altro.
“And crawling on the planet’s face
Some insects called the human race
Lost in time, lost in space
And meaning.”
Ma di che si sta parlando…ma di che si sta parlando…