Roots! n.611 gennaio 2023 The Quartet Of Charlie Parker – Now’s The Time

The Quartet Of Charlie Parker - Now's The Time

The Quartet Of Charlie Parker – Now’s The Time

(1957, Verve Records)

by Simone Rossetti

A Charlie Parker (alla sua vita ed alla sua musica) è stato dedicato un bellissimo film (oggi si direbbe biopic) dal titolo Bird (1988, diretto da Clint Eastwood e con un grande Forest Whitaker nel personaggio di Parker)….basterebbe questo senza il bisogno di aggiungere un inutile altro…Fermi, un bel film (che vi “consigliamo” di vedere caldamente) ma pur sempre un film, una “rappresentazione” che per quanto “veritiera” non potrà mai sostituirsi ad una realtà ben più amara, ben più cruda, ben più “fatale” (sembra una considerazione banale ma non lo è)…..Bird (o Yardbird), così veniva chiamato Charlie Parker…..alla sua morte (New York, 12 marzo del 1955) aveva solo 34 anni…per ironia della sorte non fu dello stesso avviso il medico che ne constatò il decesso “un uomo di colore dall’età approssimativa intorno ai 65 anni”…..Vabbè cambia poco o nulla, Bird se ne andrà inseguendo i propri demoni interiori in uno scorrere/abisso dal quale non sarà più possibile risalire. Bird come i Ramones, Bird come i primi Iron Maiden (quelli di Paul Di’Anno), un “genio” fin troppo umano che ha definito uno stile (quello del bebop) oltre il quale non sarebbe più stato possibile andare (copiare, anche ottimamente, si ma fare di meglio no e l’evolversi successivo del jazz sarà già altro). Discografia oceanica quanto dispersiva, difficile venirne a capo, difficile tracciarne un percorso lineare in poche righe ma anche seguendone un ascolto e così (molto umilmente) ci siamo affidati ad un naso (il nostro ed a quello che avevamo a disposizione ma non è stato semplice…cioè, non lo è)……A prescindere un genio assoluto per tecnica ed intuizione (anche se personalmente rstando in ambito “classic” gli ho sempre preferito un Ben Webster ma diverso lo strumento, diverso l’approccio, diversa un’attitudine)…. Now’s The Time, una serie di sessions registrate in quartetto in quel di New York tra la fine del 1952 ed il 1953 con un gigantesco Max Roach alla batteria, Percy Heath e Teddy Kotick alternativamente al contrabbasso ed Al Haigh ed Hank Jones al piano…Bebop, storia, passato, qualcosa di musicalmente “superato” ma che conserva ancora oggi un suo fascino….Una serie di registrazioni (rigorosamente mono) dal suono crudo, essenziale…si pesta dritto per la propria strada nelle bellissime The Song Is You, Laird Baird, Cosmic Rays (qui si intuisce un qualcosa di già “diverso”) fino al bellissimo trittico finale I Remember You, Now’s The Time e Confirmation….Per la propria strada…Bird doveva essere Bird, sempre, tutte le sere, è quello che tutti si aspettavano da lui…..un “peso/successo/aspettative” non semplice da sostenere soprattutto nel mentre che i tempi stavano cambiando, nel mentre che il jazz stava già guardando altrove con una nuova consapevolezza “black” e riscatto sociale…..un peso, una gabbia….To Be Continued (nel senso che noi ci fermiamo qui ma il jazz no). Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui o qui).

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