
The Hornets – Heavier Than A Stone
by Simone Rossetti
C’è ancora chi, malgrado questi tempi lascino pensare il contrario, si ostina a suonare un classico rock’n’roll (garage rock) senza tanti fronzoli, profondamente ancorato nei seventies ed in parte anche nel garage anni ‘80 di terra australiana (vedi i Radio Birdman); altri tempi, forse un mondo che non ci appartiene più ma in questo caso non si tratta della solita revival-band, questi ragazzi suonano di pancia, d’istinto, non sempre centrando il pezzo giusto ma va bene così, anzi, è meglio, vuol dire che non siamo davanti ad un “prodotto” da supermercato ma ad un qualcosa di ancora vero. Arrivano da Carpi, provincia di Modena ma solo geograficamente, in realtà potrebbe trattarsi di un qualsiasi scantinato di Los Angeles o di Sidney di qualche decennio fa; sono Stefano Francia alla chitarra e voce, Alberto Francia al basso e voce, Giovanni Artioli alla chitarra e voce ed Andrea Rovituso alla batteria; questo Heavier Than A Stone è il loro album di debutto pubblicato la scorsa estate per la Go Down Records (disponibile anche nel classico e sempre preferibile vinile, colorato o meno che sia); un album che più lo si ascolta e più non lo si smetterebbe di ascoltare, con una precisazione, non aspettatevi (poi tutto è discutibile) quell’impatto iniziale che potrebbe portarvi a dire, per poi pentirvene, “è un capolavoro!” (o è un cesso), no, ma già ad un secondo o terzo ascolto sarà un’altra cosa (viaggiare nel “tempo” richiede del tempo, può sembrare una banalità ma non lo è). Poi è vero, delle preferenze le abbiamo (senza nulla togliere alle altre tracce), questione di “predisposizione naturale” alla quale è difficile resistere (lasciate perdere la soggettività od oggettività di una recensione, stiamo parlando di musica) ed ecco allora la splendida Fighting Man dalle atmosfere paisley underground alla Dream Syndicate o l’energico rock anni 80 di Female Creed con un grande refrain e si, questi Hornets sanno il fatto loro (e sanno suonarlo); c’è la Rollingstoniana The Best con tanto di coretti “old style” come non sentivamo da tempo ed il tiratissimo rock-blues di Not So Easy, potente, polveroso, infinitamente sudicio mentre Don’t Talk About Love è un’altra piccolissima gemma paisley che tanto di cappello; no, non è ancora finita ed allora godete finché vi (e ci) è ancora permesso sulle note di una incendiaria Get Out (..Baby Get Out!). E’ solo musica, qualcuno direbbe (quei pochi rimasti) ”It’s only rock’n’roll”, può anche darsi ma di questi tempi è anche altro e come si suol dire a buon intenditor poche parole. Questi sono i The Hornets e noi siamo Roots!, buon ascolto (qui o qui).