
The Bevis Frond – White Numbers
(2013, Woronzow Records)
by Simone Rossetti
“E così alla fine abbiamo scelto un album, uno fra tanti, poteva essere anche un altro ma nulla sarebbe cambiato….mentre noi si.”
Pochi di voi lo conosceranno ma questo “ex-ragazzo” è dal 1987 che puntualmente ogni anno pubblica almeno uno o due album (l’ultimo in ordine di tempo è Little Eden, 2021); The Bevis Frond (alias Nick Saloman), distretto di Walthamstow, vicino Londra, nel 1986 fonda una propria etichetta discografica, la storica Woronzow Records e da li inizierà un percorso artistico ed umano che trascenderà dal mutare dei tempi, dalle mode, dai costumi e dai consumi…una missione, un San Francesco del rock psichedelico anni ‘60/’80, sempre fedele a se stesso, alla propria strada, alla sua musica. Riscontro di vendite “risibile” ma con un buon seguito di affezionati sia in Europa che in America dove è ancora considerato un punto di riferimento “spirituale” della nuova psichedelia. Discografia, inutile dirlo, vastissima ma come spesso accade non sempre quantità fa rima con qualità (considerate che solitamente sono album di 15 o 20 tracce se non di più)….il solito buon Scaruffi, noto esperto musicale e conoscitore delle arti in genere nonché di bla bla bla lo troncherà di netto e senza appello, sia nella valutazione degli album che nel “personaggio”…..non è così, il fatto è che Bevis Frond ha scritto delle bellissime canzoni ma non altrettanto dei bellissimi album, dei buoni album sì ma al netto delle bellissime canzoni. Ne abbiamo scelto uno, uno fra tanti, questo White Numbers del 2013, forse non il suo migliore ma vi servirà come “indicazione” di stile, come coordinate di ascolto, ad alcuni piacerà, ad altri non dispiacerà e ad altri ancora forse non piacerà ma vi assicuriamo che sarà comunque un bel sentire. 24 tracce, quasi la normalità per i Bevis Frond ma non per noi che ovviamente spazieremo spulciando qua e là in ordine sparso e cercando comunque di ricreare il giusto “sound”….una splendida The Garden Feature pezzo trascinante e solare del quale non se ne avrebbe mai abbastanza e la più introspettiva She’s Just Like You una delicata ninna nanna acustica con reminescenze Byrdsiane, c’è Cruel World più complessa ma sempre dalla facile presa e comunque un gran pezzo, Tree Line piccolo capolavoro dal sapore indie-rock (quello vero) così come This One un pezzo da domenica mattina quando tutto sembrerà essere al suo posto….Major Crime ha i contorni hardcore degli Hüsker Dü, brano da cantare “annegando” sotto la doccia, c’è la tipicamente sessantiana More Chalk con tanto di accompagnamento di Hammond mentre tornano a farsi sentire gli Hüsker Dü di Warehouse in Dream It….pausa….ci sarà ancora il tempo per la dolcissima e serena titletrack, per il punk-rock di It’s Coming On, Beautiful To Me e Major Crime per concludere infine con una malinconica Opthalmic Microdots dalle atmosfere “Canterburyane”. Questi “sono” i Bevis Frond (Paul Simmons alle chitarre, Ade Shaw al basso, Dave Pearce alla batteria ed ovviamente Nick Saloman alla voce, chitarra e tastiere)….malinconici, gentili, una fierezza d’intenti che se ne frega delle classifiche, delle mode, del mainstream…un mondo “altro” eppure così umano da sembrare quasi reale, no, quasi irreale…quel come eravamo e come non lo saremo mai più…ma che godere…fosse anche per un’ultima volta (no, non lo sarà mai, non lo sarà mai). Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui).