
Solomon Burke & De Dijk – Hold On Tight
(2010, Universal Music)
by Simone Rossetti
Solomon Burke (1940 – 2010), che riposi in pace…..e badate che dopo 21 figli, 38 album in studio più collaborazioni varie, un peso stimato intorno alle 300/400 libbre (una conversione in kg. fatevela da soli) non è tanto per dire….in più metteteci un pezzo-leggenda che per chi non lo sapesse porterà proprio la sua firma…Everybody Needs Somebody To Love (un “peso” artistico che in confronto le 350 libbre sono nulla). Molto ma molto in breve questa è la storia e la vita di Solomon Burke, cantante, compositore, chitarrista, pianista, predicatore, ricchi premi e cotillon, nato in quel di Philadelphia (Pennsylvania) nel 1940 e deceduto ad Haarlemmermeer (Olanda) settant’anni dopo….Una vita che poteva essere “altro” ma che un destino ha voluto diversamente (come sempre). 38 album (solo in studio) non sono pochi (cioè, sono umanamente impossibili!) e così invece di pescare a caso “nel mucchio” abbiamo scelto quest’ultimo suo lascito che lo vede accompagnato dai De Dijk band olandese forse dalle nostre parti poco conosciuta ma che veramente tanto di cappello….Intanto Burke non è il classico cantante-interprete soul ma è molto di più, straordinariamente di più e lo intuirete (apprezzerete) ascoltando questo Hold On Tight…..Soul, R&B, country, folk, gospel, voce potente, scura, severa (una “severità” timbrica che ci ricorda quella di un altro grande “uomo in nero”…Johnny Cash…un sentire/somiglianza da brividi). Titletrack…..Immensa? Fate voi…una martellata sui coglioni ed una carezza per l’anima….c’è il folk oscuro di My Rose Saved From The Street una ballad scarna di desolante bellezza, What A Woman che tracima gospel fin nel midollo e poi No One dallo spessore blues talmente denso che ci aspettiamo ci caschi direttamente in testa da un momento all’altro (quando la classe non è acqua ma si fa dolore)….More Beauty un pezzo che ne siamo sicuri avrebbe amato il buon veccho Johnny….e vi basti questo. Album spiazzante, per tempi che sanno di ben altro, per il suo suonare antico ma allo stesso tempo moderno, per quella intensità che non pretendiamo certo di “trasmettervi” ma solo “consigliarvi”….buttatevici dentro come fosse il vostro “ultimo giorno”, un nuovo giorno, giorno di godimento e di condivisione…..e ad un nostro tribolare quotidiano lasciamo le note di una “prepotente” Text Me….e sì, ci siamo, malgrado un tutto ma ci siamo….Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui o qui).