Roots! n.456 maggio 2022 Sloks – A Knife In Your Hand

Sloks - A Knife In Your Hand

Sloks – A Knife In Your Hand

(2021, Voodoo Rhythm Records)

by Simone Rossetti

Avete presente i The Mummies ed il loro Never Been Caught (Telstar Records) del 1992? Bene fate conto che lì si scherzava mentre questi Sloks (per la cronaca arrivano da Torino e sono Ivy Claudy alla voce e tom, Tony Machete alla batteria e Buddy Fuzz alle chitarre) sembrano fare terribilmente “sul serio” (virgolette d’obbligo, è pur sempre rock’n’roll). Di solito si usa dire “ma la soastanza non cambia” ed invece no, non in questo caso, cambierà eccome; un garage-punk che perde quella “solarità” da “party-college” per farsi più oscuro, perverso e forse anche più “mostruosamente” attuale (una “lettura” unicamente nostra poi ciascuno di voi se ne farà una propria). Pestano duro gli Sloks raccogliendo i cocci di una eredità che ha un suo peso ma oramai lontanissima temporalmente e fisicamente per questi tempi (apparentemente) eppure in questo suono “revisited” c’è qualcosa di terribilmente “normale”, normale da paura; l’incedere cupo e marziale dell’iniziale Dillinger un melmoso noise post-punk che non vi lascerà scampo sarà solo l’inizio di un viaggio che vi porterà fin dentro l’inferno di una “normale” quotidianità, a seguire No Makeup, Burn Baby Burn, una dolorosa Bad To The Bone trascinate dalla voce “invocazione, dolore, incubo” della brava Ivy, nessuna salvezza, nessuna redenzione, nessun perdono “esterno o finale”, siamo dannati (perché lo siamo) ma almeno di sano rock’n’roll e non come ci vorrebbero. A Knife In Your Hand esploderà in tutto il suo (e nostro) drammatico marciume e finalmente spiccheremo il volo, non indolore, verso un meritato oltre (un oltre che può voler dire tutto ma anche il suo contrario); menzione a parte e poi vi lasciamo (le tracce in tutto sono 11 ma a voi il piacere di scoprirle nella loro demoniaca bellezza) per una bellissima Killer Vs Killer, malinconica e abisso insieme e per questo ancor più dolorosa (la voce di Ivy qui si farà altro, una Billie Holiday prestata al punk, tanto di cappello). No, non ci salveremo (probabilmente non ce lo meritiamo), assuefatti ad un nulla ben confezionato che non fa male e non disturba, non fa male e non disturba, non fa male e non disturba…tranne quando poi esploderà in tutta la sua solitudine e crudezza, questa volta viva, ma a quel punto sarà già troppo tardi, sarà quella Last Grave finale, lucida, drammatica, crudele ma anche faro quanto mai necessario. Questo è A Knife In Your Hand e loro sono gli Sloks; da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui).      

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