
Scorpions – Gold Ballads
(1984, EMI / Harvest)
by Simone Rossetti
Peccato, peccato perché questo è uno di quei rarissimi casi in cui l’articolo dovrebbe essere letto prima del titolo….tantè, ce ne faremo una ragione ma soprattutto non un problema….in fin dei conti si può sempre “ribaltare” un tutto e non saremo certo noi a tirarci indietro….Prima di un titolo (che avrete già letto ma cancellatelo dalla vostra testa)…..1991, Wind Of Change, singolo estratto dall’album Crazy World, brano composto dal vocalist degli Scorpions (Klaus Meine) nel 1989…..da questo momento i teutonici Scorpions entreranno giustamente e di diritto nella storia (quella vera) e nell’olimpo dell’heavy metal (no, qui c’erano già, di più, in un immaginario collettivo di un momento unico…ma sul quale non ci esprimeremo). Fermi un attimo, questa è una Strenna natalizia e non una retrospettiva (tanto di cappello alla carriera artistica degli Scorpions ma sarebbe tutto un altro parlare…ci ritorneremo ma non oggi, non ora)…E’ quasi Natale, ci crediamo (illudiamo) di essere tutti più “buoni” così come “richiesto”….non è così, non è così che funziona e non è così che dovrebbe funzionare ma per una volta lasciamo perdere e godiamo della musica per quello che è e deve essere, condivisione e godimento. 1984, una piccola raccolta (diciamolo, a puro fine di marketing) per “metallari dal cuore tenero” e probabilmente anche per raggiungere un pubblico non propriamente “heavy metal” (a scanso di equivoci gli Scorpions non erano/sono heavy, più hair-metal / hard Rock-FM )…5 ballads già pubblicate in precedenti album (quelli sotto contratto EMI…), niente di imprescindibile (alla fin fine lo schema compositivo è sempre lo stesso) ma che però va detto ed a prescindere….sanno fare centro (se poi hanno venduto decine di milioni di copie un motivo ci sarà). Still Loving You dall’album Love At First Sting un classicone che più classicone non si potrebbe, le atmosfere acustiche di Holiday da Lovedrive, When The Smoke Is Going Down da Blackout (forse uno dei loro album migliori), Always Somewhere ancora da Lovedrive (fazzoletti alla mano) e la conclusiva e sognante Lady Starlight (da Animal Magnetism ma tralasciamo qualsiasi commento sull’artwork) a chiudere un “tutto” che poi a ben vedere è un nulla (giusto perché è natale ed i nostri demoni si meritano anche qualche regalino più leggero)….Restano, a prescindere, 5 grandi pezzi di una band che una storia ce l’ha, che ostinatamente se l’è costruita passo dopo passo e non esente cadute ma alla fine sì…ce l’hanno fatta e meritatamente. “Album” senza pretese da ascoltare a “lume di candela” in buona compagnia, una bottiglia di vino e con tutto il “chiasso” di questo fottuto mondo lasciato fuori dalla porta. Enjoy! Siete su Roots! e come sempre buon ascolto (qui).