
Sarneghera? – Dr. Vanderlei: Tales From The Lake Vol. 1
(2022, autoprodotto)
by Simone Rossetti
“Mi trovo su questa spiaggia, la mia nave è persa, nel vostro mostruoso lago, a volte io resto nascosto, e resto ad osservare le tue abitdini…Grazie alle onde radio ora posso parlare, parlo tutte le lingue del mondo ma non ne parlo nessuna, e in fondo, non c’è molto da dire…io resto ad osservare le tue abitudini…non capisco le vostre razze, ne avete molte, siete forse dei cani? Non capisco il vostro distinguere, catalogate oggetti strani…Da noi siete tutti uguali, razza umana razza inferiore, non siamo venuti per dividere, in nome dell’odio vi vogliamo riunire…non sono i vostri negri, non sono i vostri zingari, siamo noi quelli di Altrove, siamo noi il nuovo da odiare…chiudete pure le vostre case, il vostro lago il vostro mare, puntate le armi pronti a sparare, noi veniamo dal cielo, non ci potrete, fermare…” (tratto da Prima I Terrestri)
Fatti ed accadimenti qui riportati non sono frutto della fantasia ma realmente accaduti…
Lago d’Iseo, la Sarneghera (tempesta tipica del luogo che per oscuri motivi si scatena improvvisa ed implacabile)….C’è il Dr. Vanderlei…si direbbe il classico “vecchio pazzo alcolizzato” (in realtà non è così, anzi, il tutto avverrà sotto la sua “supervisione”)….durante una di queste tempeste vede cadere nelle acque del lago uno strano oggettto, un disco volante…una navicella spaziale…sicuramente qualcosa di non terrestre….sarà la corrente del lago a riportare a riva una misteriosa Maschera cosa che non passerà inosservata al Dr. Vanderlei….
A questo punto vi starete domandando (ce lo siamo chiesti anche noi) cosa cazzo c’entri questo con la musica….provate a guardare un film privo di un titolo e senza lo scorrere dei crediti finali…interessante ma avrebbe un senso?
Una Maschera…Di Una Maschera
Una maschera che se “sollecitata” nel modo giusto (ma su questo non ci sbilanciamo e del perché lo intuirete in un prosieguo) consentirà a chi la indossa di mettersi “in contatto” con tutte le lingue dell’universo dando vita così ad un linguaggio (che il Dr. Vanderlei rinominerà Smoothiesh) che nella realtà “non esiste”, cioè esiste preso “singolarmente” ma la mascherà riporterà solo un “tutto”…tranne…tranne appunto che nell’ultima traccia, Prima I Terrestri, ed ecco quella possibile “quadratura del cerchio” (ma ci arriveremo)….Un piccolo passettino indietro (poi parleremo anche di questo EP e della sua musica)…Il Dr. Vanderlei contatta quindi i Sarneghera? (sì, con il punto interrogativo), band della zona (Geordie alla voce, Francesco alla batteria, Federico alla chitarra e Gianni al basso) che un sound “giusto” lo hanno (compreso una voce che si prenderà l’onore e l’onere di indossare questa maschera) ed ecco che questo EP prenderà forma e sostanza.
Dr. Vanderlei: Tales From The Lake Vol. 1, 4 tracce che si muovono fra alternative rock, psycho-noise, post-hardcore….quel genere che alcuni definirebbero come “crossover”…non noi, allora meglio “una zuppa” di stili riletti, destrutturati, riassemblati e rivomitati sotto nuova forma, tracce interessanti fra luci e ombre…per dirla tutta non è tanto “un genere” che potrà piacere o meno ma la difficoltà ad un “entrarci”….Larsen Attack pesta duro fra riverberi, dissonanze, improvvisi cambi ritmici ed una notevole apertura melodica in quello che dovrebbe essere (e lo è) il refrain….pezzo ambizioso ma no…entrare dentro questo “Smoothiesh” in continua evoluzione non sarà semplice (nè per voi così come non lo è stato per noi, ma non ve ne pentirete)…segue Spyrium con prevalente uso della lingua spagnola misto altro, bel pezzo, duro e malinconico, suonato ottimamente ma oltre non ci spingiamo (a voi un sentire…quindi soggettivo e non oggettivo come dovrebbe limitarsi ad essere un articolo)…Lampara ha una bella intro dalle atmosfere classicheggianti ed epiche peccato che poi sembri smarrirsi nel solito “crossover” (o se preferite “zuppa”) ma intendiamoci non è affatto male ed è quando esploderà in tutta la sua violenza che ci affascina…ecco, questo EP non deve “piacere” ma affascinare, se vi aspettate “un piacevole” è meglio che cerchiate altrove….ed infine la conclusiva Prima I Terrestri, testo bellissimo (e questa volta comprensibile ai più…dubitiamo a tutti) e drammatico, una “violenza” spinta al massimo ma anche un sentire più “omogeneo/diretto”…ed è qui e solo ora che tutto acquisterà un senso di compiutezza ed “amarezza”…e tanto di cappello.
Un concept senza dubbio ambizioso, forse ostico ma (e lo diciamo senza dover compiacere nessuno) che ci “ha rapito” e non poco….Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui).