Roots! n.424 aprile 2022 Sacromud – Sacromud

Sacromud - Sacromud

Sacromud – Sacromud

(2022, Labilia Srl Production)

by Simone Rossetti

I Sacromud e la loro musica dalle radici profondamente black (blues, funky, soul, spiritual, gospel), un gran bell’album o meglio, antico e moderno insieme (un ascolto “bigusto” che non sempre “lega” ma su questo ci ritorneremo). Raffo Barbi alla voce e cori, Maurizio Pugno alle chitarre, flauto, tastiere, elettroniche, Franz Piombino al basso, Alex Fiorucci al piano, organo, synth e Riccardo Fiorucci alla batteria e percussioni (Elena Casagrande ai violini in Rag Doll Crying); un suono molto anni ’80, morbido, elegante, ricco di sfumature soul come nella splendida The Merchant Of Souls o nei riff intrisi di blues di The Hider & The Seeker che lasceranno poi il posto ad un trascinante funky sempre di scuola anni ’80 (interpretazione vocale di Barbi degna della migliore tradizione black, da Marvin Gaye a Stevie Wonder); c’è una “nerissima” Exodus che vi trasporterà letteralmente fin dove tutto è nato, Africa, navi cariche di schiavi, canti e riti tribali, disperazione e redenzione, una malinconica ed intensa Rag Doll Crying fra Van Morrison, Otis Redding ed Wilson Pickett, il corposo funky anni ’70 di Symmetry, la ballata desert-folk alla Johnny Cash di You’re Ready To Laugh o la disco-soul di Apple Slice per concludere infine sulle note di The Woman’s Trouble Is Me un malefico blues ridotto all’osso fra un John Lee Hooker ed il più “contorto” Tom Waits. No, questo Sacromud è un album che saprà fare la felicità di molti, per un suo innato groove, per feeling, per ricchezza compositiva, tutto troppo bello e perfetto per essere vero ed è proprio questo che alla fine “non ci accontenta”, ci disorienta, ci tiene “a distanza” (una considerazione/un sentire, quel “bigusto” iniziale, unicamente nostro e che riportiamo solo perché qui ci piace parlare di musica molto serenamente e liberamente) ma aggiungiamo anche che di questi pezzi ce ne siamo “innamorati” e subito (no, non è un controsenso); i Sacromud sanno quello che suonano (non solo, lo respirano) e lo fanno alla grande, le radici sono quelle giuste, molti ne riconosceranno il grande sound “levigato” e “pieno”, altri (forse) si troveranno davanti ad un suono che avrebbero preferito più “reale”, scarno, “umile” ma a ciascuno un suo tempo come è giusto (purtroppo o meno) che sia. Ora sapete a quale fonte (necessaria) abbeverarvi; da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui).  

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