
Roy Ayers Ubiquity – Red Black & Green
(1973, Polydor)
by Simone Rossetti
Roy Ayers, vibrafonista, cantante, compositore, produttore, tra i precursori dell’acid-jazz e della soul-disco music….Carriera artistica immensa (spegnerà le 83 candeline nel settembre di quest’anno) iniziata nei primi anni ’60 in quel di Los Angeles sotto il segno del jazz e poi proseguita in un divenire sempre altro (a tratti anche “pop” ma nel senso più nobile ed onesto e quanta classe ed eleganza)….Ed è così che in un nostro saltellare avanti e indietro nel tempo ci siamo imbattuti in questo Red Black & Green del 1973 a firma Roy Ayers Ubiquity (gruppo fondato dallo stesso Ayers agli inizi degli anni’70)….Ubiquity, ubiquità, ovvero la capacità di poter essere in posti diversi nello stesso momento, un sentire ed una visione della musica a 360° (anche temporalmente)….Dal puro funky-soul nell’incedere black della titletrack (un solo di tromba a firma Charles Tolliver da brivido) alla più notturna Henceforth dal groove immenso….la cover di Papa Was A Rolling Stone (e se l’originale a firma Temptations già spaccava di brutto qui sarà portata verso altro…ascoltare e confrontare per credere)….l’eleganza dei ritmi latin-fusion di Cocoa Butter, la classe “pop” della sensuale Day Dreaming ed ancora il melmoso groove funky ad introdurre un pezzo da antologia come Ain’t No Sunshine (brano portato al successo da Bill Withers e qui in una rivisitazione più jazzata che tanto di cappello). A cinquant’anni di distanza questo Red Black & Green resta ancora un album “illuminante”, diverso, dal fascino solare ma anche misterioso….se un dio minore esiste (?) è anche in questa musica…gioite, godete e condividete. Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui o qui).