
Rock’N’Roll Summer Camp – Volume 2
by Simone Rossetti
Avete presente le buone vecchie e care compilations di una volta? Quelle che di solito venivano registrate alla meno peggio su spartane audiocassette con la scaletta dei brani scritta su un foglietto bianco ripiegato? Bene, perchè c’è ancora chi le fa, certo, non sono più esattamente la stessa cosa, la qualità del suono è molto migliore, al limite del professionale, il formato digitale ha preso il posto delle vecchie cassette (ma non del tutto e nel caso di questa è disponibile anche in vinile ad edizione limitata) ma la sostanza non cambia, l’approccio, la motivazione che ci sono dietro, sono le stesse. Compilation pubblicata dall’etichetta indipendente Retro Vox Records ma che nasce all’interno di un progetto più ampio e dal quale ne prenderà il nome; il Rock’N’Roll Summer Camp, rassegna live e non solo nata nel 2017 ed organizzata dalla stessa Retro Vox che si svolge annualmente in quel di Tavernago (Piacenza) e come ogni buona compilation che si rispetti (questa è il Volume 2) dentro ci troviamo un pò di tutto (stiamo parlando di generi musicali), dal punk, al doom, al metal, al garage, e poi ancora psychedelic rock, hardcore, stoner solo per citarne alcuni; poi parliamoci chiaro, come nella miglior tradizione delle compilation, vista la varietà di generi e stili proposti, ci sarà il pezzo che piacerà di più e quello meno ma generalmente una compilation non la si ascolta solo “per il piacere” ma per l’interesse di conoscere nuovi gruppi ed “annusare” tendenze. Una precisazione, una compilation non è un album, motivo per il quale non ci spingeremo “oltre”, ogni singolo brano (e gruppo) fa storia a sé e se avrà un seguito, album od Ep che sia, ne riparleremo più approfonditamente; da dove iniziare? Dal simpatico heavy metal vecchia scuola dei bravi Tytus con la loro Motori (cover di un brano della band jugoslava Divlje Jagode) ma che suona così tanto Motori-head, c’è l’interessante punk rock dei Lags in una rilettura più “sporca” di Territorial Pissings, brano dei Nirvana dall’album Nevermind, qui in una bella versione più “da cantina”, così come il garage punk di She Loves You dei The Dick Dastardly’s o il punk in stile primi Clash dei Boogie Hammer e la loro Saberthoot Love; c’è lo sludge-metal dei Throne con Chora, un bel pezzo dalle radici ben piantate nella storia, la via maestra; dall’incedere più trash-metal è il brano dei Tulpa, Green Apocalypse mentre si torna su sonorità punk-rock con Move On dei Thunder Bomber, gruppo che sembra promettere bene ma sulla lunga distanza ne capiremo di più; da tenere d’occhio il suono alla Jesus And Mary Chain dei Dead In A Club ed il loro brano omonimo, niente di particolarmente innovativo ma che promette tante cose, infine concludiamo con le atmosfere più “sofisticate” di Saturnia dei parmigiani Ayahuasca, un funky-rock psichedelico anni 70 con belle intuizioni armoniche e compositive, notevole ma anche in questo caso preferiamo non sbilanciarci ed aspettare un seguito. Che dire, a parte la splendida (ed inquietante) artwork è bello che ci siano a giro ancora persone (mente di questo progetto è Carlo Izzo) e label che portano avanti una tradizione forse non più al passo coi tempi, quella del rock’n’roll, del vinile, delle compilations (ma chi l’ha detto?), si prova, si propone qualcosa, si cerca di guardare oltre a tutta la miseria e mediocrità che quotidianamente ci propinano e diciamolo, che nessuno si aspetti “miracoli” ma almeno qualcosa di ancora buono ed interessante si ed è già qualcosa. Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui o qui).