Roots! n.316 novembre 2021 Polvere Di Pinguino

Polvere Di Pinguino - Stand By The Dream

Polvere Di Pinguino – Stand By The Dream

by Simone Rossetti

Prendete i Doors sotto pesante uso di acido, un pò di Stooges (in questo caso è sufficiente al naturale) ed il polveroso garage-rock degli australiani Radio Birdman, mescolate il tutto ed agitate ben bene, quello che ne otterrete sarà il suono di questo Stand By The Dream “dei” carraresi Polvere Di Pinguino; quel “dei” virgolettato è perchè non si tratta di un album “ufficiale” ma di un’ottima raccolta contenente le versioni originali (cioè i demo a quel tempo registrati su nastro) dei brani che a loro volta saranno poi riregistrati e remixati in studio per il loro primo album Polvere Di Pinguino (Cobra Records, 1988) ed in quello che poi sarà il loro ultimo lavoro prima dello scioglimento definitivo, Leggi Ed Allucinazioni (Mellow Records, 1993), non solo, ci troverete anche alcuni brani inediti mai pubblicati prima, registrazioni live e singoli per un totale di 17 tracce ma soprattutto (e tanto di cappello) un incendiario e viscerale garage-punk rock che non potrà che farvi bene ed ancora oggi quanto mai necessario. Forse lo avrete già intuito forse no, ma stiamo parlando di una storia, una bella storia, iniziata nei primi anni ’80 e proseguita fino al 1992 (salvo reunion, che è bene dirlo, solo per occasioni speciali); i Polvere Di Pinguino, un gruppo che a suo tempo riscontrò anche un discreto seguito nell’ambiente underground non solo nazionale, Lungo alla voce ed harp, Umbis al basso e cori, Tasso alla chitarra, Cutro alla chitarra (tracce 1-7 e 14-17), Paolo alla batteria e cori (tracce 1-7), Dr Razzixx alla chitarra (tracce 8-13), Squalo alla batteria (tracce 8-17) e Ravel alle tastiere (tracce 8-13), poi si sa, tutte le storie anche quelle più belle prima o poi hanno una fine ed è giusto così, è quello che resta (che si è fatto) che poi conta, quel trascendere un ineluttabile scorrere del tempo al quale noi non possiamo sottrarci ma che invece riesce a questa musica. Ci sono i 4 minuti e 21 secondi di Burnin’ Fields che se anche durasse 2 ore non ci stancheremmo mai di ascoltarla, sonorità grezze e malsane al limite del punk (ma non abbastanza punk) che esploderanno in un bellissimo ed irresistibile refrain e non è da meno il trip Doorsiano dell’iniziale Open My Hands, i Doors, direttamente dall’inferno ma ascoltare per credere/capire; intrisa di fuzz-guitars è la “scheletrica” Caged Wolf  pezzo che non sarebbe dispiaciuto ai The Mummies ed a “seguire” (tanto lo sapete che qui andiamo di pancia quindi nessuna lista della spesa) una Stoogesiana (nonché prima traccia inedita) Trash It, Baby dall’incedere melmoso e vagamente psichedilco (alla Plan 9 per capirsi), mentre l’altra traccia inedita (sempre rigorosamente demo) è Back To Zero con tanto di tastiere new wave come non ci si aspetterebbe, un bel sentire (grande solo di chitarra ed un pulsare di basso a non finire), compositivamente “diversa” rispetto agli altri brani e già proiettata verso un oltre. Le ultime quattro tracce sono state registrate live, no, così non va bene, era un tempo “altro” ed un luogo “altro”, il CSOA KRONSTADT di La Spezia, di questa come di tante altre realtà “alternative” ad una assuefazione di massa oggi non resta più nulla o quasi (quasi, perchè malgrado un tutto ed i soliti molti non è ancora finita), non importa, resta la memoria e scusatemi se a questo punto cito i Kina dal loro brano Questi Anni, “No, son sempre io non mi cambierete quel che ho dentro…ho più cicatrici di prima, sorrido un pò meno, forse penso di più”. E qui chiudiamo, non dobbiamo compiacere nessuno né tantomeno “vendervi” un prodotto, e no, nemmeno un sogno (sempre che ce ne sia rimasto qualcuno); siamo prossimi al natale ma non è un buon motivo per deprimersi, sappiate che in natura esistono anche degli ottimi antidoti (bisogna pur sopravvivere ad un’isteria collettiva) e vi assicuriamo che questo Stand By The Dream lo è (un antidoto) ed a differenza di altre “porcate” non ha nessuna controindicazione; a procurarvelo (purtroppo solo in digitale e CD, per il momento niente vinile) ci penserà una piccola (ma quanta passione) etichetta indipendente pisana, la Area Pirata Rec; fateci un pensierino magari per sotto l’albero, preferibilmente finto, quello vero sta bene dove sta. Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui, in streaming o CD).         

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