
PK-FK – We Were Different
(2022, Errata Porridge Rec 2022 ErPo005)
by Simone Rossetti
Ecco la frase più classica e stupida che in questi casi (poi ci arriveremo) verrebbe da dire “A volte ritornano”; un tempo fa, preistoria di un rock ancora in divenire. Francesco Peirce Caldini (già nei Karnak, FKT, Polyactive) ed Alex Spalck (Pankow) sembrerebbero arrivare proprio da quella “preistoria” se non fosse che questo We Were Different ci parla di altro, di un progetto a nome PK-FK nato nel 2021 (Irony And Salvation sarà il loro “debut-album”), di una collaborazione a “quattro mani” fra Melbourne, Australia (dove risiede stabilmente Spalck) ed una Firenze (Caldini) che di quel periodo musicalmente e storicamente vivo che la “definiva” sul finire degli anni ’70 primi ’80 non è rimasto assolutamente nulla, di un mondo oggi tutto da “intuire”, distorto ma con il quale necessariamente confrontarsi. Premesso che queste “collaborazioni a distanza” (per forza maggiore più comuni che mai) non ci convincono del tutto (ma è discutibile) questo We Were Different non ha nulla di quell’”A volte ritornano” al quale si accennava all’inizio, fortunatamente la musica, quel desiderio di tornare a creare qualcosa (che sia in un approccio/linguaggio più intimo o di aperto confronto/dialogo con chi ascolta) non ha un tempo di scadenza, non è quel solito (e povero) tonno in scatola che bontà sua ci guida ed ispira, poi è vero, dietro ad alcuni di questi “ritorni” ci saranno sicuramente interessi che vanno oltre la musica ma non ci sembra proprio questo il caso (nè ci interesserebbe). Ora mettetevi comodi e fate finta (o meno) di essere davanti ad una buona birra a “chiacchierare” di musica, crediamo il modo migliore per rendere merito a questo lavoro; non male, sicuramente più compiuto (messo a fuoco) del suo pedecessore, un progetto ancora in divenire che sebbene non si discosti molto da un passato/legame che è storia, anche personale (una electro dark wave-industrial), si spingerà oltre, piccole intuizioni a delineare come questa musica sia non statica ma in continuo “moto”. Spalck alla voce, Caldini alla chitarra, voce ed a tutti gli altri strumenti e suoni che andrete ad ascoltare; se è un “grande“ album (parola che può voler dire tutto e nulla)? No, non lo è, i PK-FK realizzano un album prima di tutto onesto, niente di epocale ma dove alcuni brani riescono a brillare di luce propria e non è poco come l’iniziale I’m Go Going To dalle atmosfere punk-industrial ed un refrain (che non si ripeterà) veramente notevole e già “altro”, la scura e drammatica We Were Different pesa come un macigno sulle nostre anime e destini o la notturna Poisoned Lipstick dall’incedere metallico, dark-wave, post-qualcosa e poi due brani dalle atmosfere così PinkFloydiane (periodo The Wall, The Final Cut) da lasciare spiazzati, I Can’t Sleep e la breve e conclusiva […]. Difficile, veramente difficile venirne a capo e le atmosfere techno-industrial di We’ll Get Away With It certo non aiuteranno. 2022, la scelta è fra un vivacchiare senza porsi troppe domande od un cercare di comprendere, non semplice, doloroso, probabilmente a perdere; due “sensazioni” (personali), la prima, quella più a pelle, è che questo album/progetto ha qualcosa da dire, lo dice ed è anche un bel sentire, la seconda è che il tutto si riduca ad un ascolto fin troppo “compiacente”, un post-rock, post new-wave, post-anni ’90, post-mortem accomodante e “piacevole”, perché alla fine “sanguina” ma non quanto vorremmo, non quanto ce ne sarebbe bisogno, non quanto…fermi un attimo, sono anche due sensazioni in palese contraddizione fra loro quindi lasciamo a voi il piacere di un sempre unico ed indiscutibile sentire. Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui).