Roots! n.647 marzo 2023 Ologram – La Nebbia

Ologram - La Nebbia

Ologram – La Nebbia

(2022, Dario Gianni)

by Simone Rossetti

E se poi si rivelasse “un cesso”? E se poi fosse un “capolavoro”? E se poi fosse altro? 

Tasto Play….

Sarà altro, inaspettato quanto gradito….Ologram, progetto a firma del “solo” Dario Gianni (al basso e tastiere) ma ricco di collaborazioni di tutto rispetto (motivo del “solo” virgolettato) ed un titolo, La Nebbia…..Ma che “strano” sentire (strano nel senso di intenso, illusorio proprio come la nebbia, come un oblio)….ed anche che “vecchio” sentire fra atmosfere prog anni ’70 (più di scuola italiana che anglosassone) ed improvvise ripartenze hardrock….Su tutto il mare, le sue gelide acque, i suoi (e nostri) abissi, la sua memoria ed una malinconia di fondo a scorrere lungo tutte le tracce di questo lavoro che ci ricorda più (e forse lo è) un concept album sulle nostre umane miserie, inadeguatezze, solitudini. Testi in italiano, belli ma non così “immediati” da recepire, sicuramente “ricercati” e frutto di una poetica non banale (anche di un tempo non banale)…..poi c’è la musica…no, c’è un “tutto” (un insieme che poi sarà quello che andrete ad ascoltare) dal risultato non scontato ma che a Dario riesce bene lasciando queste composizioni ad un fragilissimo equlibrio emotivo. Una riflessione spontanea, di pancia (e perdonateci)…..ma di fronte a questi tempi liquidi che mal si prestano ad un ascolto attento e ad un pensiero critico a chi volete possa mai interessare un album “cervellotico” come questo? (in realtà cervellotico non lo è, richiede solo un po’ del nostro e suo tempo)….La verità è che non lo sappiamo ma non ce ne può fregare di meno dal momento che crediamo abbia ancora un senso (perderci del tempo, quindi un perdersi). Intro bellissima e da qui in poi sarà come sfogliare le pagine di un libro (un “leggere” molto personale)….La Nebbia (e qui ma non solo qui ci tornano in mente, con tutto il rispetto ed i dovuti distinguo, sia i primi Pooh che i Marillion), le spigolature armoniche di Vetro Di Rame, di Mediterraneo, la dolcezza onirica-progressive di Strane Voci (forse il pezzo più “nitido”), l’eleganza “pop” anni ’80 di Straniero….fino ad un Il Ritorno che di parole non necessita ma che nel nostro piccolo ha il sapore di un qualcosa di ineluttabile misto tragedia-perdita-rinascita-forse….Suonato e prodotto come un dio del prog comanda, perfetto e ricco in tutto (volendo essere critici, cosa che siamo e lo saremo sempre a prescindere, forse anche “troppo” ma non chiedeteci cosa voglia dire qui si entra in un discorso di “orecchie” personali e non tecnico), ostinatamente sincero (e su questo non abbiamo dubbi), un lavoro che oseremmo dire “compiuto” in tutte le sue sfumature, compiuto e bello…..Ok la stiamo tirando per le lunghe, la verità è che le chiavi di lettura sarebbero molteplici e noi ne abbiamo una sola, la nostra…..a voi il piacere di scoprire una vostra con una sola accortezza….datevi e dategli il tempo necessario affinché questa nebbia vi si depositi nell’anima. Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui o qui).                

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