Roots! n.319 novembre 2021 Offlaga Disco Pax

Offlaga Disco Pax - Socialismo Tascabile (Prove Tecniche Di Trasmissione)

Offlaga Disco Pax – Socialismo Tascabile (Prove Tecniche Di Trasmissione)

by Simone Rossetti

Gli Offlaga Disco Pax sono una pagina bianca che da giorni mi si ripresenta puntualmente ed ineluttabilmente davanti agli occhi, sono un senso di inadeguatezza profondo, come voler scalare la vetta più alta dell’Himalaya ben consci della propria futilità urbana, come il primo bacio, la prima carezza, un buco nero; le storie che ci raccontano gli Offlaga sono la storia di questo paese, la nostra storia (nel bene e nel male), sono la nostra memoria o quel che ne resta; è un mondo che non esiste più, una cultura che non esiste più e forse anche di quando le cose (nella loro pur bruttezza) avevano un senso; un mondo fatto di storie autobiografiche o comunque “umane”. Malgrado facili banalizzazioni non c’è politica nei loro testi, non c’è retorica, c’è semplicemente una resa, quella a mani basse, consapevole, la più nobile di fronte allo scorrere del tempo e dei suoi mutamenti; parlare degli Offlaga Disco Pax è tutto questo e molto altro ma dobbiamo giustamente partire da un inizio; gli Offlaga sono (erano) Max Collini alla voce e testi, Enrico Fontanelli al basso e tastiere e Daniele Carretti alla chitarra e basso, Reggio Emilia la loro città d’origine; vinsero l’edizione del 2004 del Rock Contest (in quel di Firenze) e l’anno seguente pubblicarono il loro primo album, questo Socialismo Tascabile (Prove Tecniche Di Trasmissione); noi ve lo presentiamo così com’è, in tutta la sua dissacrante ironia, in tutta la sua sensibilità e gentilezza, se poi sia rock o non lo sia questo decidetelo voi, forse ad un primo ascolto potrà lasciare un pò disorientati soprattutto se ci si aspetta un “qualcosa”, un genere, un “tipo”, dei riferimenti più o meno “classici”, dategli il tempo, un suo tempo. La musica degli ODP ha principalmente una funzione di introduzione e di accompagnamento, c’è chi la definisce post-punk o new wave, lasciate perdere, la strumentazione varia a seconda del “climax”, basso, chitarra, batteria, suoni analogici, drum sequencer e distorsioni varie, non segue alcun un filo logico (è apparentemente illogica ed è un bene), poi c’è la voce, c’è Max Collini, c’è la sua poetica, il marcato accento emiliano, un raccontare d’altri tempi che è pura poesia, prosa, narrazione e non saprei quanto altro ancora. Non temete, non succede nulla, può tranquillamente piacervi o meno (personalmente non mi dice nulla la pittura di Caravaggio ma il mondo va avanti lo stesso e se va male non è certo perchè non apprezzo Caravaggio); curiosità è la parola chiave, forse l’unico approccio giusto, per questo non vogliamo svelarvi nel dettaglio ogni singolo brano, vi anticiperemo solo che si passa dalla “tenera” Kappler (ho messo tenera fra virgolette ma lo è davvero), alla dolcezza amara di Khmer Rossa, c’è l’ironica (ma quante volte vi sarete ritrovati con gli stessi pensieri?) di Tono Metallico Standard ma non mancano riflessioni personali più analitiche seppur nascoste sempre dietro un velo di ironia caustica e pungente, come nella bellissima Tatranky e nella sua considerazione finale “Ci hanno davvero preso tutto! Ci hanno preso tutto) o in Robespierre (ecco il paese che ci meritiamo di essere), nella più cupa Enver con un testo “forse” impenetrabile ma certo una dedica ad una persona che si ama e si rispetta “E non sarai mai un emozione da poco”; c’è la divertente (ma purtroppo vera) Cinnamon o Piccola Pietroburgo per concludere infine con De Fonseca, semplicemente la fine di una relazione ma raccontata in modo del tutto personale e onesto dagli Offlaga Disco Pax. Sono storie che ci raccontano di un passato “remoto”, vero, ma non c’è mai nostalgia o facile retorica del tipo “si stava meglio quando si stava peggio”, anzi, a ben vedere sono storie quanto mai attuali, sono cambiati i contorni, i luoghi, un intero mondo, ma certe emozioni, le sensazioni, le relazioni, saranno sempre le stesse, ci sarà sempre un Kappler per ognuno di noi o una Khmer Rossa nei nostri sogni, perchè è così che va la vita. Seguiranno altri due album (Bachelite del 2008 e Gioco di Società del 2012), nel 2014 la prematura scomparsa di Enrico Fontanelli sancirà lo scioglimento del gruppo, seguiranno altre strade, altri percorsi di vita. Socialismo Tascabile (Prove Tecniche Di Trasmissione), bello e guardando al delirante nulla di questi tempi ancor più doloroso, non solo “Ci hanno preso tutto” ma ci hanno anche assuefatto ad un appagante nulla dove la memoria non serve, no, siete su Roots! e non è un caso; buon ascolto (qui e qui).   

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