
No Strange – …E Continuerò Ad Esistere
(2021, Area Pirata Records)
by Tommaso Salvini
Consiglio l’ascolto di questo disco durante il sonno profondo poiché, proprio in quel momento, la nostra mente è più ricettiva, aperta, disposta a recepire la storia come flusso orizzontale, sia nella narrazione (“tante piccole storie che, unite insieme, danno la Storia vera”) che nella percezione (“esistevo, esisto e continuerò ad esistere”). È proprio nel sonno, infatti, che siamo più facili ad uscire da noi stessi, dal conflitto tra Super-Io ed ES, fare a meno di maschere sociali, ruoli, imposizioni, educazione ricevuta, titoli conseguiti, e accettare una visione più naturale su quello che viene proposto alla nostra mente: fare a meno di quella dialettica che vorrebbe porre il conflitto come motore della storia e prendere in considerazione, come Kropotkin suggerisce nel Mutuo Appoggio seguendo le orme di Darwin e non dei darwinisti, un percorso induttivo-deduttivo: evoluzione della specie. Prendere la storia come un percorso comune, stabilito dai popoli e non dai loro vertici, percepire il tempo in orizzontale e non in un sistema lineare, quindi da orologi biologici e non più meccanici. La staticità psichedelica di E Poi E’ Sfuggita, nel suo equilibrio così precario e così dolce, descrive proprio un paesaggio sonoro fatto di tempo, storia e racconto in chiave Guerra e Pace di Tolstoj. 8 minuti di una psichedelia composta più da vaghi accenni che da frasi ferme: un viaggio ipnotico dentro se stessi, nel reame delle nostre capacità percettive. In perfetta coerenza, subito di seguito, ci si trova a viaggiare nel tempo quindi: Lanciami Un Fiore è una ballata medievale trasfigurata proprio dal viaggio temporale in cui è forzata, strumenti dell’epoca che si intrecciano con quelli dell’era post-moderna e si sposano in un finale struggente: la musica riesce a viaggiare nelle ere e metterle insieme, la perfetta dimostrazione di come ci si sprechi tanto nel fantasticare su macchine del tempo e buchi e poi, in realtà, già nel nostro sentire, abbiamo sempre viaggiato nel tempo. Così è anche per Il Fiume Sotto Le Piramidi solo che, oltre all’elemento temporale, si aggiunge quello spaziale: oltre al tempo, possiamo varcare anche i limiti dettati dalla distanza; studiare altre culture, imparare, scendere dallo scranno sul quale il Capitale ci ha fatto salire promuovendoci da unità di produzione a consumatori, ci fa comprendere quanto abbia torto chi, per percorrere migliaia di kilometri, ci ha convinti che sia obbligatorio pagare un biglietto… ma, attenzione, l’atmosfera che si respira in questo pezzo non è quella, purtroppo piuttosto diffusa, dell’appropriazione culturale, ma quella dello scambio e della conseguente contaminazione: il passaggio necessario nel percorso evolutivo di ognuno di noi. Ne L’Universo In Volo i confini si spostano ancora più in là: sempre contaminazione, il Mediterraneo che bagna lo stivale, il Mediterraneo che bagna l’Africa, ma non più incubo che affoga le speranze di migranti in viaggio verso la salvezza: il ponte che ricollega interi popoli dopo la deriva dei continenti, li rimette insieme, li mescola di nuovo. Il concetto alla base è il termine dell’Universo, là dove i pianeti e le stelle finiscono e rinizia tutto da capo: “Come ogni cosa muore e rinasce” è questo che ci spaventa, il fatto che non ci sia una vita “Oltre”, dove rimarremo integri nella nostra persona, ma ci disgregheremo in atomi, andando a comporre non “l’Oltre” ma “L’Altro”, l’Altro che fa parte dell’esistente: della terra siamo e sulla terra rimaniamo. Un mantra di voci, percussioni e sitar caratterizza Addormentarsi Sembrerebbe Naturale prima di aprirsi in un ritornello essenziale, salvifico. Dopo aver viaggiato per millenni che durano un secondo, kilometri compresi in un millimetro ed essersi portati oltre i limiti dell’universo, ora ci si ritrova ad apprendere la ferrea disciplina del sonno, addormentarsi, dissolversi in se stessi…Il Tao dell’immaginazione: un basso penetrante, una chitarra persa in fraseggi, una batteria lieve, tastiere suonate dal vento e dagli spettri, vocalizzi maschili e femminili: il Tutto, il Tutto che è Tutto, il Tutto che è Niente. Il Tutto Cinese che è dal ‘300, o, meglio detto, da adesso è principio rudimentale del socialismo libertario dei Tolstoj e dei Kroptokin. Si torna a 8 minuti di canzoni, si torna all’inizio di E Poi E’ Sfuggita: stesso Mood, diversa armonia ma Tutto ritorna; 8 minuti di canzone, 8 minuti di nuovo, 8 minuti che sembrano un secondo, 8 minuti che sembrano infiniti…”e poi mi lasciai fare diventare ombra” da La Luce Perpetua, breve, concisa, forse vagamente più ritmata: un breve intermezzo carico di significati e quindi, tutt’altro che interlocutorio; una piccola gemma lasciata a futura memoria prima di venire spediti a Tangeri che, nel finale, è pura essenza assente di sostanza: un piccolo e timido accompagnamento di batteria per un intreccio di voci, appunto: essenza assente di sostanza. Al risveglio, dopo questo viaggio onirico in se stessi e, quindi, dentro ogni cosa, si ha quasi la netta impressione che per conoscere la verità su se stessi sia necessario uscire dalle proprie identità-fantoccio, totalmente fittizie ma socialmente rispettabili, dai propri corpi, dalle proprie coscienze, forse per sempre, non solo ogni tanto. Buon ascolto (qui).
Grazie di questo eccellente ARTICOLO, allora… la parola non cambia la sostanza.
Saluti psichedelici & multicolorati. URSUS
Grazie di questa eccellente recensione.
La cosa che noto con molto piacere é che ,negli ultimi tempi, i testi vengono considerati al pari delle musiche e questo emerge soprattutto per chi ascolta e ne trae le proprie conclusioni… ed é un segnale importante per noi… se poi si arriva fino al punto di citare Kropotkin (che resta tra i nostri riferimenti da sempre) , credo che non possa esserci soddisfazione più grande.
Direi che abbiamo concluso benissimo questo anno 2021, pur con tutte le problematiche che sappiamo, ma siamo fiduciosi in un futuro ancora più “universalista” , senza barriere fisiche e mentali.
Salvatore “Ursus” D’Urso.
E’ un articolo, non ci piace usare la parola “recensione”, abbiamo i nostri limiti e non pretendiamo di avere la verità in tasca ma è stato un piacere ed un onore. Saluti da Roots!