Roots! n.407 marzo 2022 Monos – Jizz

Monos - Jizz

Monos – Jizz

(2021, autoprodotto)

by Simone Rossetti

Ma com’è possibile che arrivate a parlare di un album sempre in ritardo?” invece no, non questa volta; è vero, questo Jizz dei fiorentini Monos risale all’agosto del 2021 ma…solo in formato digitale mentre è dello scorso febbraio la sua “ristampa” in un bel formato vinilico 7”, quindi sì, per una volta siamo nei tempi. Mr Gorilla alla batteria e voce e Mr Bonobo alla voce, chitarra ed organo qui al loro secondo lavoro in studio dopo Peep Show del 2019; stessa attitudine, stesso approccio, stessa voglia di suonare e divertirsi al ritmo di un garage psycho-beat sferragliante e senza inutili fronzoli, una musica che anche a livello di suono bada (ha sempre badato) unicamente “a’i lesso”, un suonaccio sporco, grezzo, irriverente e per una volta, fortunatamente, non “Diy” (stile/approccio che oggi sembra andare tanto di moda in ambito indie ma che il più delle volte puzza di finto/costruito da un chilometro), no, questo Jizz è fatto di un “sudicio” quanto mai reale, 100% Naturalmente Sudicio (per capirsi più The Mummies che Pink Floyd, più The Sonics che Genesis); a dirla tutta forse non quanto il loro precedente Peep Show che in quanto a “sudicio” vi raccomandiamo di cuore ma siamo lì. Per il momento accontentatevi di questi nuovi 6 brani (compresa una cover di Monkey Monkey dei Rebbels, annata 1965) che certo non cambieranno la storia del rock ma sono comunque un bel sentire da spararsi senza troppe seghe mentali e semplicemente goderne perché alla fin fine “bello o brutto”, “sudicio o meno sudicio” che sia, come ebbe a dire una volta qualcuno It’s Only Rock’n’Roll; ed è puro rock’n’roll la rilettura della già citata Monkey Monkey, l’incendiario garage anni ‘60 di Rama Lama, lo psycho-beat di Tarantula, Boobs che a nostro modesto ed umilissimo parere spacca di brutto per concludere infine sulle note di una coloratissima e trascinante pop-corn song come You Got Good Taste. Va bene, lo “spessore” sarà anche quel che sarà ma non è l’intento di questa musica, mai lo è stato e mai lo sarà, motivo per cui procuratevi questo cazzo di vinile 7” sbattetelo sul “piatto” e lasciatelo girare a mille (di volume) senza porvi troppe domande sul presente, sul futuro o sul passato (no, in questo caso va bene soprattutto se siete alla ricerca di un senso fra quello che state ascoltando ed i 13th Floor Elevators). Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui o qui).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!