
Monnette Sudler Quartet/Quintet – Time For A Change
(1976, SteepleChase Records)
by Simone Rossetti
Nel 1976 (anno in cui registrò questo primo album a suo nome) Monnette Sudler (1952 – 2022), aveva all’incirca 24 anni, giorno più giorno meno…24 anni ma già dotata di una tecnica a dir poco “mostruosa”, personalissima (seppur in uno stile molto vicino a quello di un altro grande chitarrista jazz, Wes Montgomery), vero miele per le orecchie e per l’anima…..Chitarrista, compositrice, poetessa, multistrumentista ed all’occasione vocalist di gran classe….ci siamo imbattuti in questo suo album (che per dirla tutta onestamente non conoscevamo) casualmente ed aspettandoci chissà perché il solito “jazz standard”, interessante quanto volete ma alla fin fine sempre uguale a se stesso…sbagliatissimo, la verità è che ci siamo trovati di fronte ad un album semplicemente splendido, inaspettato, moderno….un jazz di bellezza dilaniante. Merito Suo certo ma non solo, alla batteria un immenso Newman Baker a scandire “i tempi” di passaggio verso un “oltre”, dal funky, al free, al modale, al latin…al contrabbasso, impietuoso, di grande classe e versatilità Gerald Benson, al piano, già proiettato su territori free Oliver Collins ed alle percussioni (nei brani in quintetto) un grande William Duke Wilson…..Un album che lo si ascolta come “un tutto”, un “insieme” da divorare traccia dopo traccia….Easy Walker e Time For A Change sono due piccoli capolavori capaci di spaziare fra parentesi funky e ripartenze “modali” e dove a brillare di luce propria sarà proprio la chitarra di Monnette…superba….sale, scende, si inerpica a velocità folli su fraseggi “impossibili” per poi infrangersi su “semplici” quanto splendide armonie funkeggianti….C’è il frizzante latin jazz di Malik Yaumi Din (Owner Of The Last Day) ma sarà Let Us Love a trascinare questo jazz verso lidi inaspettati…..il contrabbasso suonato con l’archetto ad inseguire una straziante melodia dalle atmosfere classiche mittleeuropee, le armonie “liquide” della chitarra di Monnette fino ad un esplodere d’insieme in territori modali quasi free…e che sentire!. La conclusiva Three In One è un altro piccolo gioiellino…esempio di come questa musica sia plasmabile, viva, in un continuo divenire e sorprenderci…..e poi c’è A Love Song che ci siamo lasciati per ultima perché suona un po’ a sè…nel senso che è un pezzo talmente “classico” ma tanto di cappello….qui Monnette Sudler abbandonerà momentaneamente la chitarra per lasciare che sia la sua voce ad incantarci, a sorprenderci…forse non così “potente” ma morbida, vellutata quanto basta per non “graffiare” ma accarezzare….Monnette Sudler ha lasciato questo mondo pochi mesi fa, era il 21 agosto di questo infausto 2022…e che dire, veramente…che dire, grazie per questa musica, grazie. Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui o qui).