
Miles Davis – The Man With The Horn
(1981, Columbia Records)
by Simone Rossetti
Di Miles Davis ne avevamo già parlato qui….un ultimo lascito artistico a definire un epilogo dal quale non sarà più possible tornare indietro….The Man With The Horn del 1981 sarà invece un ritorno dopo ben cinque anni di totale isolamento, personale ed artistico, dal resto del mondo….Cinque anni trascorsi a rincorrere i propri demoni interiori, cinque anni senza mai toccare la sua tromba (stiamo parlando di Miles Davis non di mio nonno e senza nulla togliere a mio nonno….), cinque anni, possiamo solo immaginare, di uno sprofondare negli abissi più oscuri di un quotidiano vivere cercando una redenzione o forse altro….Un piccolo passo indietro, 1974, Get Up With It, album (doppio) notevole quanto cupissimo…poi il nulla. Tornerà improvvisamente sulle scene proprio con questo The Man With The Horn (di non facile gestazione) quasi timidamente, in tono “dismesso”, cercando di portare la sua musica “oltre”…un voltare pagina non semplice né privo di “fantasmi”…..album non bene accolto dalla critica musicale del tempo, compositivamente vario, forse non perfettamente compiuto ma che è tanta roba e soprattutto getterà le basi per quello che sarà poi un nuovo percorso artistico più orientato ad un jazz-pop-mainstream….ma non gli si potrebbe chiedere di più. Pochi orpelli fusion, un suono quanto mai scarno, ridotto all’osso, un groove funky sbilenco e notturno come nelle bellissime Fat Time e Back Seat Betty (sezione ritmica potente e precisa con Marcus Miller al basso elettrico, Al Foster alla batteria ed un grande Mike Stern alla chitarra elettrica), influenze quasi jazz-core nella seconda traccia che vede alla chitarra Barry Finnerty….c’è l’incedere rock-fusion di Aida e che bel sentire quelle note di tromba in tutta la loro purezza…il blues “obliquo” e nero come questo fottuto mondo di Ursula praticamente immenso, i ritmi latin-jazz di Shout che forse suoneranno un po’ estranei al contesto ma come si dice la classe non è acqua ed infine la titletrack (alla quale presterà la voce un bravo Randy Hall) sontuosa, elegante, già altro, già pop, già soul, già R&B….vero miele per le orecchie.
Miles Davis, colui che solo fino a cinque anni prima era considerato un genio assoluto, esuberante, eclettico, un innovatore a 360° in continua evoluzione qui in una dimensione più terrena, fallibilmente umana….eppure, eppure la “bellezza” di questa musica (della sua musica) resta intatta…..Miles Davis “is back!”. Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui o qui).