Roots! n.620 gennaio 2023 Malgrado – Malgrado

Malgrado - Malgrado

Malgrado – Malgrado

(2021, autoprodotto)

by Simone Rossetti

Una mattina di qualche giorno fa mentre in buona compagnia salivo sui “monti” (monti…tutto dire ma la salita c’era) in un parlare sereno e libero di musica…e poi di altro.

Comunque Revolver è l’album migliore dei Beatles”, “Ma no è Let It Be….forse l’album bianco”, “Comunque altri tempi, oggi siamo tutti troppo condizionati”, “Condizionati da cosa?”, “Ma da quest’oggi, da questo presente”, “Se è per questo lo erano anche i Bealtes”, “Vero ma i tempi erano altri così come lo erano gli anni ’80 con l’esplosione del post-punk e poi della new-wave”, “Già…la cosa strana è che oggi c’è un disagio assurdo ma che resta lì, artisticamente non esplode o quando esplode è in un mostruoso folle nulla che con l’arte non ha niente a che vedere….ne siamo tutti assuefatti, non se ne esce”….“Ma questi ragazzi sono bravi dovresti ascoltarli”, “….Questi chi?”.

Anni passati a parlare di me, con me…una vita a scrivere sempre delle stesse cose come se guardassi da fuori, ma sono quello che critico…posso usare la seconda o la terza persona posso fare il distaccato, ma sono sempre su di me…le cose che mi piacciono meno, degli altri sono quelle in cui mi riconosco…scivo solo di quello che conosco e oltre a me, non conosco nessuno” (tratto da Seconda Persona)

“Questi ragazzi” sono i Malgrado qui al loro album di debutto risalente all’ottobre del 2021 (Alfredo alla voce, Fede alla chitarra, Marco alla batteria e Lele al basso)….quell’esplosione vera e dolorosa di un quotidiano vivere/sopravvivere/resistere a questi tempi, un’esplosione probabilmente condizionata da un tutto, riflesso di un tutto ma almeno ci provano, si mettono a nudo (testi in italiano veramente belli che qui non possiamo riportarvi interamente ma che meritano)….La sensazione è che le possibiltà di questa musica sarebbero infinite ma che anche le possibiltà di far fronte a questo nulla siano finite….Post così come è giusto che sia (anche se la parola post non è proprio nelle nostre corde), post hardcore/punk/screamo malinconico ed amaro trascinato dalla voce (in uno stile più declamato che “cantato”) del bravissimo Alfredo….musica che non si accontenta ma che ci/vi piomberà addosso senza pietà alcuna…La disarmonica Scarabeo, i riff senza freni di Nostalgia Canaglia, di Vanity Fair, di Seconda Persona, della bellissima e dilaniante Ci Siamo Tutti Persi, una drammatica e reale Senza Un Braccio….Saudade, Per Dopo “Ho solo un certo numero di lunedì, ho solo un certo numero di pomeriggi di pioggia, ho solo un certo numero di brutte giornate e voglio godermeli tutti“…..No, dubitiamo francamente che questo Malgrado arrivi in una qualsiasi più o meno blasonata classifica ma non ce ne può fregare di meno….per quanto ci riguarda in una nostra e disfunzionale classifica c’è già. I Malgrado tirano (e speriamo lo continuino a fare) dritto per la propria strada in una forma canzone fra il meta-concettuale ed un approccio noise-esistenzialista che di questo “quieto” vivere non risparmia niente e nessuno, arriverete alla fine di questi pezzi (13) completamente spossati ai fianchi (un po’ come su di un ring di boxe)…e non per “violenza” (che c’è ma sarà pur sempre una violenza buona) ma per un ben più altro e doloroso “sentire”….ci arriverete da soli. Nell’attesa di un seguito e di uno speriamo spingersi ancora oltre da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui).     

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