
Leatherette – Fiesta
(2022, Bronson Recordings)
by Simone Rossetti
“4 tracce possono essere un buon inizio ma in questo caso no, onestamente non lo sappiamo, è un divenire difficilmente intuibile fra potenzialità da “classifica” e quell’osare oltre ancora tutto da scoprire…” (Roots!)
Avevamo lasciato i Leatherette così (era il loro EP di debutto, Mixed Waste del 2021), una sorta di “limbo” ben promettente ma da un divenire tutto ancora possibile…..Punto, si riparte da uno zero che onestamente non ci aspettavamo….spiazzante, disturbante, in poche parole semplicemente un bel sentire “altro”….uno sfuggevole “altro”. Partiamo da una fine, da quella che è l’ultima traccia (la splendida Sunbathing)….il suono che si stempera, poi il silenzio…e si resta così, la sensazione è quella di essere rimasti indietro, che questa musica “sbilenca e disarmonica” ci abbia già superato….che quelle poche righe che abbiamo buttato giù non siano più buone, che bisognerebbe pensare e scrivere così velocemente da riuscire a catturare ogni singolo attimo nel momento stesso in cui avviene e riportarlo in parole che ne diano un senso compiuto…Impossibile, anche riuscendovi il problema si ripresenterebbe…una musica “strana” quella dei Leatherette, pezzi che scorrono fra atmosfere alternative-rock, hardcore, una naturale attitudine punk, devianze jazz, scure ballate alla Tom Waits e Nick Cave, richiami al brit-pop degli Smiths ed al post-punk dei Cure….ma soprattutto ci sono questi ragazzi che fra “potenzialità da classifica e quell’osare oltre ancora tutto da scoprire…” sembrano aver scelto la seconda strada e tanto di cappello. Per correttezza….i pezzi che andrete ad ascoltare sono stati composti antecedentemente a Mixed Waste e poi rimasti nel classico “cassetto” ed ora ri-suonati e riarrangiati in una nuova veste….nulla cambia, resta una scelta non semplice ma in queste armonie ostinatamente “crude/notturne” c’è una sensibilità artistica fuori dal comune…La voce di Michele Battaglioli (voce che ha un suo tempo ed in ogni brano farà storia a sè) a trascinare un tutto così come la “voce” del sax di Jacopo Finelli….ma sono tutti bravi, è “l’insieme” che strappa, ricuce ed allo stesso tempo crea, ridefinisce un nuovo, non il singolo. Ci verrebbe da dire “follia allo stato dell’arte” ma per comprendere pienamente questo lavoro (se “pop” o meno) occorrerà del tempo e nel mentre ne saremo di nuovo “superati”….Fiesta, un titolo che lì per lì non ci convinceva del tutto, Fiesta cosa?…e poi quel toro dell’artwork, così “Picassiano”…no, ci stavamo sbagliando. Album dell’anno!!, capolavoro!!…Direbbero quelli “bravi” se solo sapessero cosa hanno fra le mani….perché non si tratta di questo, Fiesta è quell’album che state ascoltando ora e che forse riascolterete domani e dopodomani ancora mentre lui sarà già al giorno successivo….in un rincorrersi continuo senza mai realmente incontrarsi…..Basta, da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui).