Roots! n.504 agosto 2022 Lacksley Castell – Morning Glory

Lacksley Castell - Morning Glory

Lacksley Castell – Morning Glory

(1983, Negus Roots)

by Simone Rossetti

10 aprile 1959 – 2 novembre 1983 (Kingston, Jamaica); un luogo, 2 date ma soprattutto un trattino a racchiudere un tutto…Tanto per dire il trattino “di mi’nonno” sembrava non avere fine…fortunatamente prima che ci pensasse qualcuno “quaggiù” da “lassù” hanno pensato bene di “rimediare”…si dirà, vabbè, è la vita, sì ma quando quel trattino è così breve è difficile…in ogni caso..Cause? Non ben chiare ma a questo punto crediamo abbia poca importanza, il luogo invece sì (per questa musica), Kingston, Jamaica e non sarebbe potuto essere altro…Lacksley Castell, cantante e compositore (tutti i brani porteranno la sua firma) di musica…reggae? Non proprio, più un dub style-roots di grande classe e sensibilià; lasciate perdere Bob Marley anche se le radici saranno quelle (la dub music è comunque un “sottogenere” nato dal reggae). Primo album solista interamente a suo nome (sarà preceduto da Jah Fire del 1980 cofirmato insieme ad Hugh Mundell….tragica fine ma di lui ne riparleremo)…e qui ci perdiamo…data di pubblicazione incerta (comunque dovrebbe essere fra il 1982 ed il 1983), seguirà il “postumo?” Princess Lady del 1983…ok abbiamo i nostri limiti ma fortunatamente ci viene incontro questa musica….statica, ipnotica, piccole variazioni armoniche, non proprio la classica “forma canzone” ma più un “flusso” (morbido e sensuale) che si muoverà all’interno del tema di ogni singolo brano, un flusso vitale semplice quanto necessario. Non è una voce che “graffia” quella di Lacksley Castell, non è la classica voce soul-rocksteady ma più gentile, morbida, discreta, quasi “pudica”…quella di un ragazzo che non avrà il tempo di scoprire “un resto” ma che vogliamo credere nulla cambierebbe e questo Morning Glory è un ascoltare veramente bello, semplice, disarmante. Dall’iniziale Leaving ad una morbida Morning Glory, senza alcuna fretta, ritmo sempre in levare ma mai sopra le righe, un dolce cullare in armonia con un tutto; Righteous Stand, il dub melmoso di Cold Winter Night, una bellissima Speak Softly….ma come suona!!, alzate quel cazzo di volume perchè questo pezzo è tutto per voi, questo ma anche i successivi Doctor Love e Bound In Bondage….per concludere con Government Man forse musicalmente e non solo la più reggae….”This land must be free, yes the father gave it to you and me, and i must get my share well, i must get my share of this”. Vi lasciamo così, al fruscio della puntina sugli ultimi solchi del vinile…pochi secondi e poi svanirà anche quello, un fruscio che sa di storia e vita. Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui o qui)….godete ma soprattutto condividete.

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