
Kuan – The Foreseer
(2022, autoprodotto)
by Simone Rossetti
“Contemplazione silenziosa, la capacità di esplorare tutto quello che ci sta intorno.”
Peccato…peccato che non vi sia una “voce” a traghettare questa musica verso un “altro” tutto da scoprire….Fermi un attimo, i fiorentini Kuan (Lorenzo Squilloni e Lorenzo Vicari entrambi alle chitarre) sono (per attitudine, approccio e soprattutto scelta) un duo dedito ad una musica strettamente “strumentale”…..il che vuol dire solo una cosa, anzi due…la prima è che evidentemente non sentono (non ne hanno mai sentito, stiamo parlando di un progetto nato agli inizi del 2020) la necessità di una “voce”, la seconda è perché iniziare proprio adesso….ma quando mai!!! Per l’esattezza (più o meno) stiamo parlando di uno psych-doom dalle atmosfere eteree e plumbee che solo a tratti si inaspriranno in acidità “visive” più dure in un “tutto/insieme” non casuale….Kuan, il 20° esagramma tratto dal Libro Dei Mutamenti (conosciuto anche come I Ching, Zhou Yi, I Mutamenti Della Dinastia Zhou)….in poche parole (per nostra palese mancanza) Contemplazione/Visione…Altra “particolarità”, l’assenza di una sezione ritmica, anche in questo caso immaginiamo per una consapevole scelta…..non vi ritroverete quindi di fronte ad un album “facile” (sempre e concesso che esista una musica facile) ma bello sì (che poi già la parola “bello” di per sé non vuol dire un cazzo), meglio interessante, affascinante…e discutibile (questo perché qui non recensiamo ma nel nostro piccolo ci accontentiamo di un umile parlare di musica). Una scelta artistica coraggiosa, non scontata, non banale, di un fascino “trasversale” che travalica il semplice ascolto per farsi altro….e qui ci vengono in mente i Gong (ne parleremo a breve) con la loro musica/rituale “cosmico”…a partire dall’iniziale incedere cupo di Oblivion, la psichedelia “a cascata” della bellissima Meteorites’ Storm fino alla “quiete” già altro di Fragments I…..ed ancora il doom di scuola Sabbathiana di The Foreseer Pt. I in un gran bel sentire e perdersi…..Se cercate la classica forma-canzone non è qui che la troverete, più che di singoli brani si dovrebbe parlare di una serie di “mutamenti” ciclici che si faranno espansione uditiva e sensitiva….la bellissima It Came From The Stars….cos’altro è se non quel “viaggio cosmico” che trascende un nostro quotidiano nulla-scorrere? e di fronte alla quale ci chiediamo cosa ne avrebbe fatto un Nick Mason qualsiasi (pensate a quel Ummagumma dei Pink Floyd)…….per poi perdersi nelle sonorità liquide di Darkface I Saw The Deep in un crescendo fra riverberi ed echi psycho-noise che tanto di cappello…..Ma dove vogliono andare/arrivare questi Kuan???..Non lo sappiamo ed è questo il bello perché probabilmente mentre noi siamo qui intenti a buttare giù queste due poche ed inutili righe loro saranno già oltre…in un loro personale “Gong”….Noi ci fermiamo qui, a voi un piacere di scoprire, come è giusto che sia, questo album in una sua interezza “reale” perché lo merita…e sì, i Kuan andranno (o forse lo sono già) molto lontano. Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui).