
Autore: Joe Strummer
Titolo: Assembly
Anno: 2021
Genere: rock
Città: varie località
Componenti: Joe Strummer (chitarre, voce), the Mescaleros (Martin Slattery, chitarre e tastiere, Scott Shields, basso ed altri)
Etichetta: Dark Horse
Formato: Vinile, CD, MP3
Sito web: Joe Strummer
Tracks: Coma girl, Johnny Appleseed, I fought the law (live), Tony Adams, Sleepwalk, Love kills, Get down Moses, XRay style, Mondo bongo, Rudie can’t fail (live), At the border guy, Long shadow, Forbidden city, Yalla Yalla, Redemption song, Junco partner.
Joe Strummer – Assembly
by Alessio Impronta
Cosa si può dire di Joe Strummer che non si sappia già? Nulla, credo. I Clash sono stati una band epocale e seminale, oggetto di un culto che spesso li ha perfino imprigionati – nel pensiero pubblico – in un genere, il Punk, di per se’ molto ristretto e limitato nel tempo. Ma i Clash erano, come tutte le grandi band, una miscela di più anime, umane e musicali. In particolare, la scintilla vera era l’incontro fra la poliedrica curiosità musicale e l’ortodossia politica di Strummer e l’anima pop (potremmo dire banalmente più “commerciale”) e tecnologicamente più avanzata di Mick Jones. La fine del loro sodalizio, preceduto dalla cacciata dello storico e tossico batterista Topper Headon, segnò anche la fine della band, lavori come Cut the Crap sono decisamente per completisti. Dopo i Clash, Strummer si dedica alla scrittura di pezzi ed alla produzione del primo album dei Big Audio Dynamite, la nuova band…di Mick Jones (!) ed alla realizzazione di colonne sonore, fra tutte Walker, Una Storia Vera. E poi, la vera e propria produzione solista, per lo più con la sua nuova band, i Mescaleros, tra il 1999 (Rock art and the x-ray style) ed il 2001 (Global a go-go) con un altro album pubblicato postumo nel 2003, Streetcore. Strummer infatti morì nel 2002 per un improvviso attacco cardiaco, a soli 50 anni. Una settimana prima di morire, era salito sul palco con Mick Jones, facendo un’improvvisata, e gli aveva confidato di voler ricostituire i Clash, destino cinico e baro. E quindi, Assembly, il disco che ci ritroviamo fra le mani. E’una compilation della sua carriera solista. Già la copertina, con alcune foto del viso di Strummer a mo’ di fototessera, simili ma non uguali, è una dichiarazione di intenti.La prima cosa che si nota, tolto il disco dalla sede, è una scritta: “without people, you’re nothing”. A testimoniare, se ce ne fosse bisogno ancora, del fatto che ci troviamo di fronte ad un artista che vive la musica fra il suo pubblico e non come un’icona distante, su un palco irraggiungibile. Si legge nelle note di copertina, lui non vuole costruire e manipolare la rabbia contro la macchina del potere, ma porre delle domande e farlo con credibilità. Insomma, in parole povere, non fare arte fine a se stessa, non semplicemente vendere un prodotto ma dare qualcosa, far crescere la consapevolezza del suo pubblico facendo musica. Riconnettendoci al discorso iniziale, qui non troverete punk rock o meglio, non solo quello. Qui troverete R’n’B, reggae, soul, hip hop, rockabilly…un melting pot che è davvero l’anima di Joe. Alcuni pezzi sono coi Mescaleros, altri no. Si parte con Coma Girl, postumo dall’album Streetcore, un rock stradaiolo dedicato alla figlia Lola. Un pezzo che ci butta subito dentro al disco, senza ripensamenti, col classico stile alla Clash. A seguire, Johnny Appleseed, dove riecheggia il lato politico del nostro “…if you’re after getting the honey, the you don’t go killing all the bees…” che potrebbe essere quasi uno slogan/manifesto dei tempi nostri, unendo idealmente istanze ambientaliste e diritti dei lavoratori. Il disco continua con pezzi di studio dai dischi citati e pezzi live, magistrale l’esecuzione di I fought the law registrata alla Brixton Academy nel 2001, sempre coi Mescaleros, che fa auspicare la pubblicazione di un qualche live del tempo, prima o poi. Se nei primi tre pezzi è in qualche modo riunito il mondo “di base” del cantante, il resto del disco si sviluppa su tracce sempre decisamente ascoltabili e piacevoli, andandoci però a mostrare l’interesse di Strummer per sonorità varie e suoni moderni. Tony Adams, Love Kills, Get Down Moses sono varie sfaccettature musicali di un mondo unico. Che si ritrova alla fine del disco con Yalla Yalla, che potrebbe essere un pezzo pubblicato oggi nel 2021 anziché venti anni prima e le stupende versioni acustiche ed intime di Redemption Song ed al rock in versione minimalista di Junco Partner. In conclusione, questo disco riassume bene una carriera votata alla musica ed alla ricerca musicale. E’ un lavoro per tutte le stagioni ma la cui uscita, in qualche modo, suona bene, in sintonia con questa estate 2021, ad addolcire e rendere armonico un certo ritorno alla vita sociale. Vi accompagnerà benissimo su qualunque strada percorrerete e piacerà a chiunque. In fin dei conti, come è scritto nell’interno copertina, “without people, you’re nothing”. Buon ascolto! (qui o qui)