
Janis Joplin
(Tranquilli…gli abbiamo chiesto il permesso)
by Simone Rossetti
O gli chiedevamo un permesso o molto serenamente non ne avremmo fatto di nulla.
Il fatto è, e lo sapevo, che non avrei mai dovuto ascoltare la “sua” Summertime….invece non ho resistito ed alla fine me la sono ascoltata…avete presente quegli ascolti compulsivo-irrefrenabili che non vi danno tregua? Bene, ad un certo punto non ce l’ho fatta più, ero entrato in un trip (è proprio il caso di dirlo) dal quale ne potevo uscire in un solo modo…e così gli ho chiesto il permesso. Vi starete chiedendo del perché di “un permesso”…buona lettura.
No, non è cambiata per nulla, come se il tempo si fosse improvvisamente fermato, sempre avvolta nella sua chioma vaporosa e con quegli occhialoni tondi ad incorniciare un volto solare, disarmantemente solare, ha sorriso e con la sua voce rauca ma gentile mi ha detto “Sei venuto fin quassù per nulla…la mia storia la conoscono tutti….oramai è acqua passata, per me e per voi di laggiù” al che le ho risposto “La colpa è di quella Summertime, e poi noi siamo diversi, siamo disfunzionali e non contiamo un cazzo…”….”Se proprio ci tenete…ma non voglio leggere le solite stronzate sulla mia morte per overdose, sul Club 27, su quanto ero brava…no, niente cazzate, scrivete qualcosa di vostro, qualcosa che “mi raggiunga” fin quassù sennò meglio nulla”….”Nessun problema Janis, ci bastava questo, grazie…e a presto”. E’ andata più o meno così, il problema è ……e ora? Ora fottuti, perchè diciamocelo…non siamo così bravi ma nemmeno abbiamo scelta…e allora mano alla penna, nell’unico modo che conosciamo e che ci appartiene, di pancia, di budella, di cuore, qualsiasi cosa ne venga fuori (sicuramente manchevole, finanche deplorevole) sarà quello che “è” ma soprattutto sarà solo per Lei (e per questi tempi).
Bye, Bye Baby su queste note avrà inizio e si concluderà questa storia.
Da Big Brother And The Holding Company, agosto 1967, omonimo album di debutto, forse ancora acerbo ma quando a prendere la scena sarà la stessa Joplin non ce ne sarà per nessuno, Call On Me, Women Is Losers, Down On Me, soul, blues, psichedelia, quella Summer Of Love che non farà sconti a nessuno, gioia…e disperazione (tanta), ci siamo dentro Janis, ci stai portando dentro. Passa solo un anno (agosto 1968) ed ecco uscire Cheap Thrills, un suono veramente devastante come non lo sarà più (sempre loro, i Big Brother, James Gurley e Sam Andrew alle chitarre, Peter Albin al basso e Dave Getz alla batteria), un suono saturo, grasso, melmoso e tanto ma tanto soul; da I Need A Man To Love a Piece Of My Heart, si muore, si rinasce, c’è il blues di Turtle Blues ed un omaggio alla sua “maestra” (Big Mama Thornton) in una Ball And Chain di dilaniante bellezza e poi….no, quella Summertime non la dovevi proprio cantare, ci avevano già pensato altri ed altri ci penseranno in futuro ma te l’hai voluta cantare lo stesso…farla tua, maledettamente tua e ad ogni sua fine non possiamo far altro che alzare la puntina e riportarla all’inizio….il fatto è che nell’istante in cui lei svanisce svaniamo anche noi. 1969, cambia tutto, ognuno per la sua strada (della band la seguirà solo Sam Andrew), primo album a suo nome, I Got Dem Ol’ Kozmic Blues Again Mama! e si parte con l’immenso groove di Try (Just A Little Bit Harder) fino a quel “But if it’s a dream i don’t want, no i don’t really want it, if it’s a dream, i don’t want nobody to wake me”….ultimo, definitivo. C’è Maybe che vi farà camminare sulle acque un po’ come quel santo ma senza dover dimostrare niente a nessuno e poi Kozmic Blues…altro pezzo che dovevi tenere per te perché questo mondo non lo merita, ma come si fa…tanto brilla di luce propria, di redenzione, di espiazione, forse no, forse è solo un qualcosa di dolorosamente bello ed intimo che ci viene dato in dono…Little Girl Blue è dedicata a te, solo per te. Pearl (ne parla Alessio Impronta in un bellissimo articolo qui) uscirà l’11 gennaio del 1971, album che ascolteranno tutti ma non Lei che per quel giorno sarà già altrove….Cry Baby, piangi piccola e piangi ancora, a tempo ormai scaduto ma non importa, lacrime per te, per una intera generazione, per quello che ti perderai (no, a dire la verità non sarà un granché)….che nella disperazione e nella pietà ci resterà comunque un pezzo come A Woman Left Lonely di cristallina ed eterna bellezza, eterna; “La la la, la la la la…” canti in Me And Bobby McGee mentre tutto sembra passare, lenire un dolore e come se non bastasse Mercedes Benz spoglia di tutto, come te….e vorremmo poterti dire che ascoltando Trust Me saremo migliori, veramente migliori ma non lo sappiamo, la realtà qui è ben diversa, è tutto distorto, “schizzato”, malato di un nulla che forse non potresti nemmeno capire (e che non capiamo nemmeno noi che lo viviamo quotidianamente). 4 ottobre 1970, mi sono permesso di portarti questo Pearl (con un po’ di ritardo temporale ma non per colpa mia) in modo che tu possa ascoltarlo e voglio dirti che di meglio non avresti potuto fare, che oggi è acqua passata, che qui è tutto finito e che siamo alla fine di un tutto…che le cose vanno come devono andare, con o senza di noi, che ci siamo solo per un breve momento, di passaggio è vero ma che alle volte può anche essere bello, può valerne una pena. No, non ci manchi, tanto sappiamo come raggiungerti (e prima o poi lo faremo anche definitivamente), ci basterà mettere su quella Summertime…..“Janis….un’ultima cosa…ma come cazzo hai fatto…“, “Ragazzo…questa non è un’intervista ma torna pure quando vuoi”….“Scusami, tolgo subito il disturbo, grazie…ciao”. Da Roots! è tutto…tutto e nulla….voletevi bene ragazzi, voletevi bene. Bye, Bye Baby (19 gennaio 1943 – 4 ottobre 1970).
Summertime? Non la riascolterò più per qualche decennio…o forse no, forse la riascolterò già da domani ma finalmente “a cuor leggero”, sereno….”Hush, baby, baby, baby, baby, baby, no, no, no, no, don’t you cry, don’t you cry, one of these mornings, you’re gonna rise, rise up singing, you’re gonna spread your wings, child, and take, take to the sky, Lord, the sky, until that morning, honey, nothing’s going to harm you now, no, no, no no, no no, no, no, no, no, no…“. Godete e condividete.