Roots! n.379 febbraio 2022 Isobel – Una Retrospettiva (7″-Fioca?-Postumi)

Isobel - 7"
Isobel - Fioca?
Isobel - Postumi

Isobel – Una Retrospettiva

by Tommaso Salvini

Ricordo una lettera di Lele “In questi giorni, a parte il lavoro e le solite cose, col gruppo nuovo stiamo tirando su la stanza per le prove”, Lele era già reduce da un’esperienza piuttosto istruttiva coi Belli-Cosi che lo aveva portato in giro in lungo e in largo; aveva registrato un disco con loro, bellissimo: Torino Rock n’Roll Starz. Col tempo è diventato un classico del Punk Rock Italiano, quello vero, vissuto, da battaglia. Lele non se n’è mai vantato, è solo una cosa delle tante che ha fatto: un’etichetta, una miriade di gruppi, una fanzine. Un percorso iniziato dalla provincia, con una sosta nella Torino dei Belli-Cosi, e che, come scritto in quella lettera, stava tornando in provincia. La compagnia di amicizie con cui, in precedenza, aveva messo su i Kirsch: un piccolo gruppo punk, punk di provincia, una sola demo, in cassetta, nel 1997 (oggi se ne trova solo una copia in vendita, a poco, però in Giappone). Nella lettera non mi preannunciava nulla sulla direzione musicale del gruppo: pensavo ad una roba sempre punk rock, sempre vera, sempre vissuta, sempre da battaglia. Avevo ragione e avevo torto, quello che sarebbe stato lo avrei ascoltato, meravigliosamente stupito, circa un anno dopo…

Isobel

7”, 2005

Lo trovai ad una distro scalcinata, durante un festivalino punk scalcinato, con dei gruppi scalcinati, di fronte ad un pubblico scalcinato: non poteva esserci un modo migliore per iniziare una conoscenza così proficua. Indie rock suonato da un punk o punk suonato da un indie rocker; in entrambi i casi, comunque, da persone che credono in quello che fanno e hanno un immaginario da rappresentare. Gli Isobel rappresentano, dipingono, scrivono poesie con lo spirito ferino di un Verlaine: è tutto vero quello che si ascolta qui, niente è taciuto. La forma Lo-Fi ne tratteggia i contorni: un tramonto in provincia, con la mente oramai sgombra mentre un disco dei Fugazi risuona nella stanza; oggi è come ieri e purtroppo sarà anche domani, la dolcezza deleteria della continua ripetizione di gesti, convenzioni, chiacchiere da bar… quella dolcezza travestita da certezza ma che è solo dipendenza da routine ad ogni buon conto. Il primo singolo degli Isobel pare chiedere a chi ascolta: Non sei stufo di tutto questo? Come la pensano loro, però, non ci è dato sapere: con pennello e tinta descrivono, rappresentano, aggiungono colori allo scheletro di un abbozzo in bianco e nero. Iniziare il proprio percorso così è un privilegio che spetta a pochi. Sul serio.

Fioca?

Mini CD, 2006

Suoni più puliti, capacità di scrittura più affilate, cinque pezzi per un mini CD che ti culla nella sua amarezza ma che, allo stesso tempo, ti pesta a sangue con una sezione ritmica da guerra lampo: malinconia e tiro punk, una formula perfetta. Suonarono a Pisa quando uscì questo disco: persone semplici, vestite comunemente, niente da dimostrare. Saliti sul palco ebbero a fare una strage: agitati, disperati, punk di provincia e, proprio perché di provincia, arrabbiati. Uno spettacolo costruito su anni trascorsi a frequentare posti occupati, concertini tirati su con niente con gruppi messi insieme due settimane prima, sale prove con cartoni per le uova alle pareti, una storia in comune con molti, un talento che hanno in pochi. Gli Isobel suonavano agitati, come se mettessero in gioco tutto quello che avevano, come se quella fosse stata l’ultima volta che avrebbero suonato insieme. Finito lo show, un bicchiere di vino, quattro chiacchiere, due risate. Semplicemente e onestamente Punk.

Postumi

CDR, 2009

Postumi è il finale, in formato CDR, un ultimo capitolo per amore di completezza e che rende giustizia ad un’avventura durata troppo poco per quello che avrebbe potuto ancora dare. Le canzoni, sempre in quello stile da Punk Rockers alle prese con un Indie Rock violento, si aprono a contaminazioni psichedeliche, facendo da preludio alle future esperienze del gruppo: una volontà di guardare sempre oltre, immaginarsi sempre qualcosa di diverso, di altro. Uscito per amore di completezza, ma non certamente un disco per soli appassionati del gruppo: un altro disco geniale, nelle sue frenesie Post Punk che si mescolano a soluzioni sonore oblique, suoni ipnotici e distanti, a tratti alieni. Un capolavoro che ha mancato, per via di uno scioglimento avvenuto veramente troppo presto, l’appuntamento con la giusta celebrazione di sé. Le ossessioni di Nails, il delirio di Untitled, la fermezza di Promise, la leggiadria di What I’ve Seen, gli scatti nervosi di Mirror…Capitoli necessari, veri, vivi, sanguinanti. Chiusa l’ultima pagina del libro Isobel tre di loro metteranno insieme i Fuco, altro gioiello di provincia avvolto in una coltre di psichedelia, post rock, Kraut Rock e chissà cos’altro e quant’altro. Antonella, la cantante e chitarrista, si trasferirà in Francia, a Bordeaux, e, insieme a Séverine Rambaud (ex-Alcatraz, leggenda Screamo francese), formerà le LKILL, altra stupenda perla sospesa tra Post Punk, Punk Rock e Noise Rock. Gente di talento che non ha mai smesso di essere tale.

Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui e qui).

Un prima e un dopo: Belli Cosi (qui), Fuco (qui), LKILL (qui)

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