
Il Silenzio Delle Vergini – La Chiave Di Berenice
(2023, I Dischi Del Minollo/(R)esisto Distribuzione/Audioglobe)
by Simone Rossetti
“Il mare mosso e tenebroso, immenso, azzurro il cielo, onde alte urtano la nave e mi fanno tremare….tornare indietro non si può fare.” (Tratto da Alba Varden)
Il rischio e lo sappiamo bene sarà quello di un ripetersi (per chi si fosse perso il loro precedente album Fiori Recisi del 2020 ne parliamo qui)….di leggere un qualcosa di già scritto (ma non di un ascoltare)…..di poter sembrare e “riconoscerci” come “normali”….in fondo normali….tant’è, alla fin fine è anche di questo che siamo fatti.
A trascinare un tutto il cantato declamato della bravissima Cristina Tirella (una voce che ammalia ed incanta come una sirena degli abissi….marini ed umani) ma non cedete alle “lusinghe” di un dream pop-shoegaze anni ’90 dal piacevole sentire…il buio sarà oltre…nei testi ed ancora nella voce di Cristina che sembra voler/potere esplodere da un momento all’altro (così come ci si aspetterebbe/così come ci piacerebbe) cosa che invece non accadrà, non farà….e qui una considerazione (personalissima e discutibilissima), nessuna esplosione verso l’esterno ma un implodere su se stessa in una perfetta rappresentazione di questi tempi asettici. Un lavoro che si aprirà con un omaggio inaspettato (ma un motivo c’è) proprio ad un sogno e che sogno! (Martin)….10 tracce, 10 nomi propri, 10 singole esistenze a narrare di speranze, solitudini, piccole e grandi sconfitte fra melodie sognanti ed oscure mai sopra le righe, un tutt’uno con la voce di Cristina (insieme a lei Greco Armando alla chitarra e Marco Costaioli alla batteria…Il Silenzio Delle Vergini), uno scorrere limpido ed intimo che annichilisce…..Le bellissime Kaori Kosei, Marcel, Alba Varden, Maetel fino alla conclusiva e “dolcissima” Anastasia…in un narrare che comunque sia non si farà mai “giudizio” (tanto di cappello), niente ricchi premi e cotillon ma solo questo fottuto ed amaro vivere. Album dell’anno (a suo modo naturalmente) e se lo diciamo non è perché la cosa possa fare una differenza o ci interessi più di tanto ma semplicemente perché lo merita (non è pubblicità e nel caso lo pensiate ravvedetevi perché qui cascate male).
“Quel che non è leggermente difforme a un aspetto insensibile, ne deriva, che l’irregolarità ossia l’imprevisto, la sorpresa, lo stupore, sono la parte essenziale caratteristica della bellezza” (Tratto da Marcel)
Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui).