Roots! n.563 novembre 2022 Il Giardino Degli Specchi – Monstrum

Il Giardino Degli Specchi - Monstrum

Il Giardino Degli Specchi – Monstrum

(2022, autoprodotto)

by Simone Rossetti

Una cosa che saprete già ma che a scanso di equivoci è giusto ogni tanto ricordare…..qui scriviamo di pancia, unicamente per passione e senza dover compiacere nessuno…..potrà sembrare strano in tempi dove tutto ha (deve avere) un “inevitabile” riscontro (economico o di facciata) ma vi assicuriamo che Roots! non funziona così (l’unico “lusso” che ci siamo concessi è un cazzo di pulsante per eventuali donazioni ma la cosa finisce qui). Un parlare di musica (grande o piccola che sia non ce ne può fregare di meno) sicuramente ed “erroneamente” soggettivo ma che cerchiamo sempre di riportare, nel possibile, ad una oggettività più “ponderata” ed onesta….Nessuna presunzione di avere una verità in tasca, nemmeno mezza, zero…quello che andrete ad ascoltare sarà solo un Vostro personalissimo sentire…qui solo una scelta o quella possibilità in più se ascoltare o meno. Il Giardino Degli Specchi (Valerio alle chitarre, basso e synths, Marco alle chitarre e synths e Luca alla batteria e percussioni)….un nome che profuma di altri tempi, di altre epoche storiche…anni ’70, rock, progressive, un paese che non esiste più ed è qui che probabilmente (ad un nostro ascolto, sia ben chiaro) andremo inevitabilmente a “schiantarci” perché questo Monstrum (album interamente strumentale) è davvero un bel sentire, suonato ottimamente e senza riserve…però…però non è prog e nemmeno rock nel senso più classico…e non lo è semplicemente perché oggi è oggi e non ieri (il rischio, alto, sarebbe quello di ri-proporre un qualcosa di posticcio fine a se stesso che non avrebbe più alcun senso…poi si può fare di tutto ed anche di meglio)….Compositivamente è un lavoro già “altro”, un post-rock sicuramente più moderno ed adatto a questi tempi ma che se forse (FORSE) avesse “suonato” meno post e più rock (ci stiamo esponendo ma verso cosa in realtà non lo sappiamo bene nemmeno noi) sarebbe stato…sarebbe stato?? Aspettate, vi facciamo un esempio facile facile…siete su un aereo che ad un certo punto anziché decollare continuerà ad andare in su e giù lungo la pista…perché in realtà da pezzi come Supernova, Distanze, Pripyat, Longinus, You Have Come A Long Way o la splendida Kaiju ci si aspetterebbe ad un certo punto quell’evolvere/decollare verso lidi più “forma-canzone” (perdonateci il termine, non appropriato)…ed invece no, la sensazione è quella di restare seduti su un aereo che di librarsi finalmente in volo (un volo tutto da scoprire) non ne vuol proprio sapere (attenzione, è solo una considerazione personalissima e discutibile) mentre questi ragazzi ne avrebbero tutte le possibilità…….Monstrum è un album troppo “sentito” per sensibilità, per scelte artistiche, troppo ricco di possibilità per un semplice accontentarsi…e qui non vogliamo accontentarci, non ci accontentiamo (sbagliando forse ma questo è il nostro parlare di musica, sempre molto serenamente e liberamente)……Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui).   

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