Roots! n.314 novembre 2021 Iggy And The Stooges

Iggy And The Stooges - Raw Power

Iggy And The Stooges – Raw Power

by Simone Rossetti

Gli Stooges cambiarono il corso della musica rock ma in un modo del tutto particolare (o personale se preferite); tre album e tre insuccessi quasi totali, sia di pubblico che di critica ma il tempo (ed il suo scorrere) a differenza degli esseri umani è galantuomo; saranno rivalutati solo successivamente, con l’avvento del punk, della no-wave ed anche dell’alternative rock. Tre album, tre “capolavori”, The Stooges (Elektra Records, 1969), Fun House (Elektra Records, 1970) ed infine questo Raw Power (Columbia Records, 1973); un percorso non facile, continui cambi di formazione, aspettative mancate e problemi di varia natura all’interno del gruppo, eppure stiamo parlando di tre album che hanno ridefinito le coordinate stilistiche del rock ed hanno spostato avanti le lancette del tempo di almeno 20 anni, poi si sa, tutto è relativo, tutto è soggettivo, tutto è classificabile ed etichettabile ma noi preferiamo fregarcene ed andare dritti al sodo. Gli Stooges non erano solamente Iggy Pop (diciamo che lo erano in parte) ma erano anche i fratelli Asheton (Ron e Scott rispettivamente al basso e batteria) ed in quest’ultimo album anche James Williamson alla chitarra; un album arrivato più come reunion (dopo un breve scioglimento e qualche cambio nella line-up) che come album “successivo”, infatti sarà accreditato non a nome The Stooges ma bensì ad Iggy And The Stooges, a parte questo poco cambia; ma partiamo dalla prima traccia del lato A, qui però dobbiamo dire una cosa che forse non troverà tutti d’accordo ma questa Search And Destroy sta al rock come A Love Supreme di John Coltrane sta al jazz, poi ciascuno è libero di pensarla come vuole ma in entrambi i casi questa musica trascende da ogni stile o genere per farsi “altro”, nel caso di A Love Supreme si fa preghiera, un Om universale, in Search And Destroy si fa carne, interiora, materia viva, pulsante, disperata, di una bellezza che lascia annichiliti, fisicamente provati; e si passa alla successiva Gimme Danger, un pezzo più scuro e malinconico con un bel crescendo di intensità devastante mentre a seguire troviamo Your Pretty Is Going To Hell, un tirato rock’n roll infarcito di distorsioni e feedback, a chiudere Penetration, un brano dalle atmosfere quasi prog-jazz con sonorità lente e “disturbanti”, notevole e compositivamente coraggioso. Lato B che si apre con il brano omonimo, altro tiratissimo e devastante rock’n roll-punk che è tanta ma tanta roba ed a seguire il blues di I Need Somebody, un grande pezzo in stile Doors ma con un approccio più violento e scarno, purtroppo le ultime due tracce, Shake Appeal e Death Trip, seppur buone non saranno all’altezza delle precedenti, si ascoltano ma non lasciano il segno. Particolare non da poco, album del quale esistono diverse riedizioni che si sono susseguite nel corso degli anni (il mix originale era di David Bowie poi ne seguiranno altri fra cui un paio dello stesso Iggy), a ciascuno il suo, ascoltate e decidete voi quale sia “il migliore” (il più sensibile alle vostre “orecchie”); detto questo chiamatelo pure come vi pare, proto-punk, rock-punk, garage-punk, progressive (non scherziamo), resta il fatto che questo Raw Power è un grande album, a tratti immenso ed anche l’ultimo (seguirà una nuova reunion nel 2003, ok, va bene tutto ma a ciascuno il suo tempo) di una band che la storia del rock l’ha fatta e vissuta sulla propria pelle. Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui o qui).

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