Roots! n.298 ottobre 2021 Heavy Psych Sounds

Heavy Psych Sounds - Volume VI (various artists)

Heavy Psych Sounds – Volume VI (various artists)

by Simone Rossetti

Forrest Gump avrebbe detto che “una compilation è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita” ed è questo il suo bello. Cosa c’è di meglio di una compilation su CD (peccato che il formato su audiocassetta non sia disponibile) da ascoltarsi in tutta leggerezza e senza farsi troppi problemi di genere o stile? Un album di un singolo artista è sicuramente più impegnativo, si hanno delle aspettative, necessita un confronto, un riconoscersi (altrimenti che lo si è acquistato a fare?), certo, poi c’è anche il piacere ma è comunque “vincolato”; la compilation no, la si mette nel proprio stereo (dell’auto o di casa) e la si ascolta per quel che è, ci saranno i brani che piacciono di più ed altri meno ma nessuna aspettativa, l’interesse e la curiosità verso un gruppo verranno dopo. Abbiamo scelto questo Volume VI, pubblicato dalla label romana Heavy Psych Sounds Records nel settembre del 2020, senza un reale motivo, se fate caso a quel VI vuol dire che ci sono almeno cinque Volumi antecedenti ma vi anticipiamo subito che esiste anche un seguito, il Volume VII; detto questo aspettatevi proprio quella scatola di cioccolatini e se il doom resta il genere predominante e vista “la casa” non potrebbe essere diversamente ma non mancano brani dalle più svariate influenze, metal anni 80, pesichedelia anni 60, punk rock, tutto sommato un bel sentire ma che, come una scatola di cioccolatini assortiti, necessita di avvicinarsi con un approccio un pò diverso dal solito. Compilation che si apre sulle potenti note doom di scuola Black Sabbath dei sassaresi 1782 con la loro Bloody Ritual, niente male anche se ovviamente la voce non è quella di Ozzy e si prosegue con le belle atmosfere psych-doom di Cosmic Pyres degli ateniesi Acid Mammoth, tanta roba; non manca il punk-rock dei Black Rainbows con una frizzante Radio 666 (un 666 che è tutto un programma), interessante la psichedelia funky-rock di Jungle In Sound del Los Angeliano Brant Bjork (sicuramente una vocazione spirituale) mentre Dead Minds Army degli italiani Deadsmoke è uno fra i pezzi che preferiamo, fra puro metal anni 80 ed attitudine sludge, pezzo duro, grezzo ma un bel sentire (di loro ne riparleremo), così come è notevole l’incedere NWOBHM degli svedesi Dozer con Supersoul, e si, è proprio un Supersoul; ma non è finita ed ecco che spunta l’ottimo garage beat dei danesi The Sonic Dawn con Hits Of Acid o il rock d’altri tempi, fra i Doors e gli Eagles, dei romani The Pilgrim con la loro Mexico ’84, davvero tanta roba ma qui ci fermiamo un attimo (e poi vi lasciamo), perchè c’è un pezzo che fra tutti “eccelle” (senza fare torto a nessuno e comunque sono considerazioni personali che lasciano il tempo che trovano), stiamo parlando di Requiem For A Dead Cosmonaut dei francesi Orgöne e qui tanto di cappello alla bellissima voce (ed interpretazione) della cantante Olga Rostropovitch che riesce a trascinare questo pezzo in atmosfere no-wave e post punk sperimentali che sono (almeno per noi) miele per le orecchie e lo spirito. Questo è quanto ma non ovviamente tutto, un tutto che lasciamo a voi il piacere di scoprire, senza pretese, senza fretta, senza quell’ansia da “prestazione” che questi tempi impongono; e da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui).  

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