Roots! n.385 febbraio 2022 GG Allin (& ANTiSEEN – Murder Junkies) / (& The Criminal Quartet – Carnival Of Excess)

GG Allin & ANTiSEEN - Murder Junkies
GG Allin & The Criminal Quartet - Carnival Of Excess

GG Allin

GG Allin & ANTiSEEN – Murder Junkies / GG Allin & The Criminal Quartet – Carnival Of Excess

by Simone Rossetti

When I die put that bottle in my hand, All these years on earth, it was my only friend

When you dig a hole and gonna bury me, Put that bottle of Jim Beam to rest beside me.” (tratto da When I Die)

Lavoro, pausa, lavoro, rientro a casa, bollette da pagare e cazzi vari, quasi la classica giornata tipo se non fosse per “quel qualcosa”; già, quel qualcosa del quale forse ne faremmo anche a meno ma al quale non possiamo più sottrarci; quasi un bisogno, un’inspiegabile urgenza espressiva di scrivere, narrare, di cogliere quel breve attimo prima che inghiottito da un quotidiano scorrere si trasformi in un nulla di fatto, tant’è, se non ora quando? GG Allin per i quasi più, Kevin Michael Allin per i restanti pochi, GG Allin per noi e partiamo da qui. Lancaster, 29 agosto 1956 – New York, 28 giugno 1993; prematuramente scomparso per alcuni e “vissuto anche troppo” per altri, per quel che ci riguarda uno scorrere con epilogo (a ciascuno il suo ed un suo tempo). Una precisazione, in rete potrete sbizzarrire la vostra curiosità più o meno morbosa fra live, documentari, riprese amatoriali, “verità” più o meno vere e quant’altro, non qui, una nostra scelta, una forma di rispetto a prescindere e la musica prima di tutto. Amava definirsi come “l’ultimo vero rocker” e probabilmente lo era ma era anche figlio (irrisolto?) di un periodo storico (’80, primi anni ’90) oramai agli sgoccioli e che ben presto avrebbe lasciato il posto ad un nuovo e ben più mostruoso ed asettico nulla; musicista e compositore di talento (si, avete letto bene, forse sprecato ma di talento), soprattutto un uomo (non per i soliti bigotti ipocriti e benpensanti che lo additavano come il diavolo in persona) che come tutti noi aveva i suoi fantasmi e demoni interiori (poi è vero che fra abusi e stra-abusi ci metteva anche del suo) solo che ad un certo punto della sua vita qualcosa deve essersi “inceppato” o forse aveva “intuito tutto e prima di tutti”, onestamente non lo sappiamo, di una cosa però siamo certi, che la sua dipartita non fu voluta, “una conseguenza” magari si ma non consapevolmente cercata; GG Allin era uno che aveva bisogno dei suoi demoni, se ne nutriva (dei suoi ed anche se vi sarà difficile ammetterlo anche dei nostri), erano la sua carne da macello, lui era carne da macello (di una dis-umana macelleria). Punk ed hardcore all’ennesima potenza ma anche tanto Hank Williams verso il quale nutriva un vero e proprio amore (per affinità, per un destino comune, quello in vita e poi in morte); una discografia “immensa” (almeno per il tempo che gli fu concesso) il che vuol dire solo una cosa, amore e dedizione totale verso la musica; GG Allin con GG Allin, GG Allin con i The Jabbers, GG Allin con gli Scumfucks, con i Texas Nazis, con i Murder Junkies (insieme a suo fratello Merle), con gli Holy Men; GG Allin con se stesso. Due album entrambi realizzati nel 1991 (Carnival Of Excess sarà pubblicato postumo solo nel 1995), entrambi a firma GG Allin eppure musicalmente diversissimi (ma attenzione a quel Parental Advisory, anello di congiunzione ben impresso nell’artwork di Carnival) e che dire, è musica, è grande Musica e se ci date retta lasciate perdere tutto un resto. Partiamo da qui, GG Allin & ANTiSEEN (Jeff Clayton alle percussioni, Robert Everett / Tom O’Keefe al basso, Doug Throgmorton alla batteria e Joe Young alla chitarra), Murder Junkies (TKO Records), nessuna pietà, nessuna concessione, 20 tracce che si alterneranno fra episodi tipicamente spoken word ed un devastante punkcore semplicemente immenso, immenso; I Love Nothing, 99 Stab Wounds, War In My Head (di bellezza cristallina ed è tutto dire), il delirio devastante al quale sarà impossibile resistere di Violence Now – Assassinate The President (ma qui siamo su un altro pianeta), Kill The Police – Destroy The System puro punk al 100%, e le conclusive My Prison Wall – 206045 (ricca di geniali intuizioni post-hardcore) ed una drammatica, insostenibile I Hate People davanti alla quale c’è solo da inchinarsi. Questo è Murder Junkies (più i vari capitoli spoken word che lasciamo a voi il piacere di una “felice” traduzione), budella e sangue, quella bastonata dritta in faccia e senza preavviso che non potrà che risvegliarvi da un malato e quieto vivere (per ora accontentatevi di questo). Bene, arrivati a questo punto smettete di sognare tutto quello che avete ascoltato fino ad ora perchè con Carnival Of Excess si cambierà completamente (e non è un modo di dire) ascolto/sentire; GG Allin insieme ai The Criminal Quartet (Andy Irvine al basso, Paul Reller alla batteria e piano, Bob Widenhofer alla chitarra, The Razor backing vocals), country, folk, tanto Hank Williams, Johnny Cash, Woody Guthrie, quell’America “sorvolata” che sembra appartenere ad un non luogo e si, è sempre GG. Semplici ballate acustiche come Outskirts Of Life o la bellissima Guns, Bitches, Brawls And BottlesDon’t look for me in daylight, where robots all assemble, You’ll find me in my dark world, in a smoke filled temple, Whiskey breath and painted women bring me to my senses, Prostitutes and loaded guns, ‘cause trouble is my business”, la Dylaniana Carmelita, una sempre attuale Fuck Authority più che di un semplice titolo, c’è il country di Son Of Evil (leggetevi il testo, pura follia? No qui c’è la storia di GG e forse di un inevitabile destino) ed ancora la più “dura” Watch Me Kill, la Meraviglia di Snakemans Dance, Pick Me Up (On Your Down), No Rights e la conclusiva Borrowed TimeI don’t really care, About what people say and do, I live my life, By my own set of rules… My soul cannot be tamed, I’m livin’ just to die, I’m living by myself, On the outskirts of life” dolorosamente vera, dolorosamente bella eppure se ne vorrebbe ancora ed ancora. Fermi, se siete arrivati fin qui non lasciate che un “mi piace o mi fa schifo” faccia il resto, GG Allin era ben consapevole di quanto fosse bastardo e malato questo fottuto mondo fino a farlo proprio, ad immedesimarvici, a sabattercelo (e sbatterselo) in faccia in tutta la sua crudezza e verità fino ad una inevitabile implosione; qui non giudichiamo, il “bene o il male” è materia alquanto discutibile tranne a chi serve per le proprie nefandezze, una cosa però la sappiamo riconoscere, la Purezza di questa musica, viva, sincera, vera, sudicia come questo mondo (e per contro come quelle poche cose belle e splendenti di luce propria per le quali vale la pena vivere), drammatica (perchè reale) oltre un semplice ascolto. Questo è quello che resta, quello che poteva lasciarci, non è poco, non è da tutti, forse da nessuno; grazie GG (anche se immaginiamo non te ne fregherà un cazzo, ora più che mai), non importa, sei (siete) su Roots! e come sempre buon ascolto (qui  per Murder Junkies e qui per Carnival Of Excess). E ora una birra.

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