
Fossa – Rosello
(2022, autoprodotto)
by Luca Agozzino
Ci sono guerre che si decidono alla distanza, sono le guerre dove di solito vince chi ha più mezzi per tenere botta; più munizioni, più scorte di cibo, o almeno un’efficiente rete logistica per i rifornimenti. Nella guerra contro il potere e la società che ha costruito, dove lo sfruttamento è elevato a legge e la miseria è condizione accettata e digerita, la sproporzione di risorse tra chi si oppone a ciò e chi lo difende fa pendere malinconicamente la bilancia, con qualche scossone qua e là, dalla parte degli oppressori. Delinea questo quadro Neroneronero “Quando trattieni il respiro cercando di andare avanti se lo fai troppo a lungo poi vedi soltanto il nero, e se lo trattieni ancora, svieni e perdi coscienza“, traccia d’apertura di Rosello, EP d’esordio dei sassaresi Fossa (Fabio alla batteria, Francesco alla chitarra, Stefano al basso e chitarra, Davide al basso e Gabriele alla batteria, voce e chitarra) in questo lavoro ognuno alla prima esperienza con i relativi strumenti. Come anche descrive il senso di frustrazione e rabbia davanti ad una realtà dove chi è portato da una tensione per un mondo migliore si ritrova circondato dal menefreghismo “Per chi mi sto aprendo le mani se nessuno apprezza lo sforzo?“. Lo screamo hardcore dei Fossa tocca il politico e l’esistenziale, così, ad esempio in Rosello ci raccontano di come si riesca a rimanere in piedi, seppur in bilico, dopo una storia andata male “Se ancora sono in piedi, è solo perché la vista del tuo viso dentro i miei deliri semipsicotici e il mio sognarci la notte spensierati mi impediscono di dare al mondo l’addio“. Malinconia, rabbia e claustrofobia per una realtà che ci sta più stretta ogni ora che passa sono evidenti ed allora suona come un grido d’aiuto quello che viene lanciato in Un Cerchio, Noi All’Interno “Se mi tendessi la mano potrei provare ad uscire“, perché anche se “Sappiamo che senza soffrire non possiamo trovare la strada” a volte uscire è difficile nella consapevolezza che “Là fuori immersi nel buio profuma di morte la vita” ed allora a volte abbiamo bisogno di qualcuno con cui trovare la forza per “uscire da questa prigione di carta“. Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui).