Roots! n.583 dicembre 2022 Flying Disk – In The Heart Of The City

Flying Disk - In The Heart Of The City

Flying Disk – In The Heart Of The City

(2022, Karma Conspiracy Records)

by Simone Rossetti

Pane al pane e vino al vino.

Perché qui non recensiamo, non diamo voti, non abbiamo la pretesa di giudicare nulla e nessuno ma per un semplice parlare di musica (se possibile di fronte ad una buona o pessima birra che sia) molto serenamente, liberamente e con un suo/nostro tempo…..Ascolto “personale”, il più delle volte condiviso ma non sempre, come pensiero, condivisibile (cosa che sappiamo bene)…un pensiero che, nei limiti del possibile, cerchiamo di riportare ad una oggettività che alle volte (quasi sempre) ci sfugge di mano…ma ci proviamo in un divagare sbilenco, asimmetrico…disfunzionale. Simone Calvo alla chitarra e voce, Francesco Martinat al basso ed Enrico Reineri alla batteria…stiamo parlando dei Flying Disk dalla provincia di Cuneo e del loro ultimo EP In The Heart Of The City…..messa così sembrerebbe facile ma no….non ci bastava e così, tanto per complicarci la vita (come al solito ma senza rimorsi) ci siamo andati a rispolverare/ascoltare il loro primo album Circling Further Down risalente ad un oramai “preistorico” 2014….e poi abbiamo chiesto…Perché nel mentre di uno scorrere le cose cambiano….non solo “i nomi” ma anche un sentire, un “guardarsi intorno”, un “crescere” come persone ed artisti, tutto un mondo….Sia ben chiaro, non vogliamo fare alcun raffronto fra i due lavori (a ciascuno un suo tempo) però due ascolti diversi, così come è giusto che sia, sì. In The Heart Of The City ha un suono più levigato, più moderno ed un approccio musicale che ben rispecchia questi anni….stiamo parlando di un post-hardcore, post-grunge ma soprattutto di un alternative-indie-rock ottimamente suonato e piacevole ma anche (precisiamo che è solo un nostro discutibilissimo sentire) oggi “scontato”….no aspettate un attimo, ora ci arriviamo. Suonano ed interagiscono bene questi ragazzi, hanno corpo e sostanza (e non è poco)….la traccia posta in apertura Wasted è praticamente perfetta, ha il tiro giusto per farsi ascoltare (ed esplodere) in un contesto mediatico ben più vasto delle “solite cantine” (che noi amiamo) …un ottimo refrain di scuola post-hardcore (Parquet Courts?) ma anche piacevolmente radiofonica….c’è il desert-rock alla Soundgarden di Sunrise, l’incedere ritmico (ma pur sempre legato ad un ascolto “rassicurante”) di Tell Me Of The Sun e la conclusiva Connections dai profumi psichedelici sporcati da distorsioni e riverberi, niente male….A metà “pinta” potremmo anche sbilanciarci e dire che questo In The Heart Of The City è (a parte che sono solo 4 tracce e ci sarà anche il tempo per riparlarne) un buon lavoro, ottimamente prodotto e che darà buoni frutti…e finirla qui…No, è un buon lavoro se si guarda ad un “insieme” e ad una più accomodante “piacevolezza” di ascolto…ma viste le possibilità qui non ci accontentiamo…va bene, si tratta pur sempre di scelte artistiche non discutibili (e che rispettiamo) ma quello che “non sentiamo” è un osare, uno spingersi oltre quella banalità di pensiero che purtroppo si basa (anzi, si nutre) degli stessi luoghi comuni…..Dilaniare, smembrare, squartare…un non accontentarsi di come “ci vorrebbero”, di come ci crediamo così “liberi” dentro ad un nulla….ribaltare una birra con un libro, un “frastuono” con il silenzio (e no non siamo monaci, tutt’altro, più demoni)…Va bene, ci siamo spinti oltre e forse a sproposito, in fondo stiamo solo parlando di musica…finiamo la pinta e buonanotte a tutti …..Siete su Roots! (versione pinta) e come sempre buon ascolto (qui).  

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