
Fattore Rurale – Raccolgo La Notte
(2023, Marco Costa / Bastione Records)
by Simone Rossetti
“Chi vive inseguendo l’idea di dover piacere a tutti vivrà di merda e la butterà su chi ha accanto” (Fattore Rurale)
Nel dubbio e nel timore di essere in un nostro pensiero mal fraintesi (dai Fattore Rurale ma anche da un qualsiasi lettore) stavamo per “cestinare” quest’album o meglio….questa musica….E no, non sarebbe stato giusto, per rispetto, per l’onestà che c’è dietro questo lavoro (discutibile quanto si vuole e lo discuteremo), perché qui non abbiamo la puzza sotto al naso (tutt’al più una birra) né pretendiamo di avere la verità in tasca….quindi sì, quindi ne parleremo, sempre secondo un nostro umile sentire, di pancia e di budella.
Raccolgo La Notte….testi in italiano veramente belli che nulla risparmiamo di un nostro misero scorrere al quale siamo tutti più o meno assuefatti….un narrare di vita, di vita e di morte, di perdizione, di sconfitte e di poca, pochissima, illusoria redenzione….Questa è la musica dei Fattore Rurale, le storie che questi ragazzi (piacentini) ci raccontano seguendo una narrazione di tradizione country-folk-roots elettroacustico ricca di pathos quanto “vecchia”, oscura, attraversata da cicatrici senza fine. Marco Costa (alla voce e chitarra acustica) non è un Johnny Cash né tantomeno un Bruce Springsteen ma molto più “semplicemente” Marco Costa…il segreto sta tutto qui anche se la sensazione è quella che a tratti forzi un po’ la voce per adattarla ad uno “stile”….considerazione discutibile e che nulla toglie alla bravura di Marco nè alla bellezza malinconica e notturna di brani come la titletrack (al banjo il bravissimo Matteo Calza) “Raccolgo la notte fredda e gelida! Le dosi son ridotte la saliva è acida! …E anche se la visione è nitida! La mia testa è arida! Tutto è cancellato! Tutto restituito!”….le amarissime Stricnina e Liberaci Dal Male….Purtroppo quando si entra in territori più propriamente rock (Medellin, Tu Hai I Miei Occhi, Figli Di Icaro, Porco! Lassù qualcuno mi ama) si ha come la sensazione di un rock nostrano (per capirsi alla Ligabue) che francamente e con tutto il rispetto per Ligabue ma ne faremmo volentieri anche a meno. Con Vertigine (al violoncello Gabriele Montanari) e La Pioggia Picchiava Gennaio si “tira il fiato” e si torna a respirare quel sentire libero e vero di straziante bellezza, quel vivere che bene o male ci appartiene “Vertigine ora è Libera e ha tutto un po’ più chiaro. Anche se nella testa ha un po’ di squilibrio Vertigine non cade e resta in equilibrio…alza il volume è troppo basso non si sente” così come nel bell’incedere della conclusiva Mille Sigarette anche se il testo non è che brilli per originalità ma è così che va e purtroppo sempre così andrà (ok, questo senso di retorica non fa per noi). Raccolgo La Notte è un bell’album (con punte veramente notevoli) e sicuramente fuori da un comune sentire da supermercato….le nostre “riserve” sono solo nostre e non devono necessariamente essere condivise, se le abbiamo riportate è solo perché in caso contrario questo articolo non esisterebbe ed a prescindere da queste banali considerazioni tanto di cappello a questi ragazzi….Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui).