
Donny Clash – Pensieri In Una Stanza
by Simone Rossetti
Sappiamo benissimo di non avere la verità in tasca ma ancor di più sappiamo che non ce ne può fregare di meno (di averla), motivo per il quale alla più professionale parola “recensire” preferiamo quella più “insignificante” di un semplice “parlare di musica” e no, anche se può sembrarlo non è la stessa cosa. Non ci piace il pistacchio (ad altri non piacerà un altro gusto), non è una scelta, semplicemente un qualcosa che in un determinato momento “accade” e c’è poco da fare, quell’input che resterà per sempre; personalmente non disprezzo il pistacchio ma non riesco proprio a “digerirlo”, un pò come il classico cantautorato italiano (non la musica in se ma la “filosofia” che si porta dietro, poi tutto è discutibile), sicuramente un limite, una mancanza ma nonostante tutto sappiamo ancora riconoscere la differenza fra un buon gelato al pistacchio artigianale ed uno da supermercato. Donato Zito, milanese, in arte Donny Clash è proprio quel gelato al pistacchio che onestamente “non è nelle nostre corde” ma che non abbiamo problemi a riconoscere, molto serenamente, come un buon gelato. Potevamo risolvere il tutto con un voto (un 4, un 6 o un 10 non ha importanza) e la cosa nel bene o nel male sarebbe finita lì ma siete su Roots! dove di un banale voto non ci accontentiamo; Pensieri In Una Stanza, lavoro interamente scritto, suonato, registrato e mixato da Donato Zito, che è bravo e ve lo diciamo senza il bisogno di dover compiacere nessuno; una bella voce, “corposa” ed immaginiamo ancora in divenire ma soprattutto con delle storie da narrare, storie di tutti i giorni, forse apparentemente semplici, probabilmente banali ma la realtà è anche questa (non l’unica ovviamente); ha tecnica e si sente che con la sua chitarra ha il giusto feeling (un feeling che traspare in tutti i brani ed inscindibile dalla sua musica), non solo, ha ironia come nella cruda e quanto mai vera traccia di apertura Ti Regalerei ma anche una disarmante delicatezza come nella bella traccia di chiusura Mal Che Vada (fra un Ligabue e Bob Dylan); L’Ultimo Vinile è uno fra i brani più “veri”, Donato non si nasconde dietro generi o stili, questa è la sua musica, questo è il suo “mondo/Io” e che il resto si fotta (cosa sulla quale siamo pienamente d’accordo). C’è Due Viaggiatori Un Pò Distratti dove la chitarra inizialmente sembra voler accarezzare qualche sfumatura blues anche se poi le coordinate musicali saranno (inutile pretenderlo) diverse, mentre in Quello Che C’è riecheggiano le altmosfere dei primi dischi del “buon vecchio” Edoardo Bennato ma è in La Strada Del Vivere che secondo noi viene fuori quel personale sentire più intimo e disincantato così come nella bella e malinconica Mi Piacerebbe Essere così dolce e delicata da chiedersi se questi tempi tempi ne siano degni (tempi ma anche noi). Donato Zito e la sua chitarra, non c’è molto altro da dire, uno stile ed un approccio che potranno piacere o meno (è pur sempre una questione di gusti) ma non è questo il punto e non è il motivo per il quale ne parliamo qui, c’è altro, è musica fatta bene, sincera, onesta fino a chiedersi se ne valga la pena (si, in ogni caso), criticabile e migliorabile quanto si vuole (molto viste le possibilità) ma ha quel “qualcosa” che oggi sembra non essere più così importante, necessario, quello “stupirsi” nel creare qualcosa di personale e semplice, senza trucchi, ipocrisie o buonismi di sorta (proprio come l’artwork sembra ricordarci). Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui o qui).
Tracklist
- Ti regalerei
- L’ultimo vinile
- Cielo in stand-by
- Due viaggiatori un po’ distratti
- Quello che c’è
- Che cosa posso dire
- La strada del vivere
- Mi piacerebbe essere
- Mal che vada