
Deep Purple – Machine Head
(1972, Purple Records)
by Simone Rossetti
Anno 1972, marzo, i Deep Purple rilasciano il loro sesto album in studio dal titolo Machine Head….giusto una manciata di mesi a separarlo da quel Led Zeppelin IV (o se preferite Untitled) datato novembre 1971 e considerato a sua volta una pietra miliare nella storia del rock….Un hard rock roccioso, scarno (privo di quelle orchestrazioni care ai Led Zeppelin) ma superbo per intuizioni e per quell’osare che è sempre un rischio ma che in questo caso saprà farsi “quadratura del cerchio” (non è l’album che gli preferiamo ma questo è un altro discorso e sempre legato ad un sentire personale). Highway Star che già di per se è un bel pezzo ma saranno i due soli (quello di Jon Lord alle tastiere e quello immenso di Ritchie Blackmore alla chitarra) a ridefinire un tutto e nuove possibilità, c’è Pictures Of Home una quasi ballad mid-tempo dallo sviluppo armonico bello e sentito, Never Before sembra partire piuttosto scontata ma dategli tempo perchè quel refrain contagioso e solare sarà già un proto hair-metal. Su Smoke On The Water c’è ben poco da dire, sta tutta li in un tempo tutto suo, un classico al pari di Stairway To Heaven dei cugini Zeppelin (e sì, a dire la verità qualche volta anche noi ne avremmo abbastanza di entrambe ma dipende sempre da “un momento”)….Lazy è interessante per il suo approccio più prog-blues-folk, non male ma forse tirata un po’ troppo per le lunghe ed infine a chiudere Space Truckin’ questa sì un proto-HM che farà scuola. Capolavoro o semplicemente un bell’album??….ma poi a pensarci bene farebbe una qualche differenza?…Quello che conta (che contano, che ci interessano) sono quei pochi mesi a separare fra loro questi due album….due grandi album in un tempo così breve fra un prima ed un dopo. Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui o qui).