Brötzmann / Leigh – Sparrow Nights
(2018, Trost Records / Cien Fuegos)
by Simone Rossetti
Stiamo quasi per finire la carta e la candela….si, avete letto bene, in tutta la sua “miseria e fascino” ma vuol dire proprio quello che abbiamo scritto…carta e candela….quindi vi lasciamo poche righe, speriamo quelle necessarie per un album che richiederebbe ben altro, molto altro (e ce ne scusiamo ma anche gli occhi vogliono una loro parte). Peter Brötzmann, sassofonista e clarinettista di origini tedesche e Heather Leigh musicista e compositrice statunitense dedita in particolare all’uso (e studio) della pedal steel guitar in un sodalizio artistico iniziato nel 2015 e poi proseguito con molta (e giusta) parsimonia fino ad oggi fra atmosfere free jazz, avanguardie più sperimentali ed un portare questa musica oltre, senza fretta, seguendo un suo tempo…..”Che cazzo sto ascoltando…vaffanculo!” oppure “Che cazzo sto ascoltando….” (ma nel frattempo continuerete ad ascoltare)….tranquilli perché in ogni caso nulla cambierà né per voi, forse, e nemmeno per questo fottuto mondo. Musica ostica…musica lasciata ad un oblio prima ancora di un suo tempo, musica di cristallina bellezza, di una malinconia che (nel caso proseguiate in un suo ascolto) si farà abisso e questa volta senza fine….ma un abisso che vi assicuriamo non vi basterà………It’s Almost Dark è tutta nelle note del sax di Brötzmann, aspro, tenero, che vi trascinerà in un precipizio senza fondo dal quale non vi sarà risalita ma “solo” una più vera e viva consapevolezza sul nostro misero scorrere….e tanto di cappello, c’è la notturna This Word Love introdotta dalle dilanianti note della pedal steel della Leigh, la “durissima” This Time Around, l’incedere sbilenco della titletrack ma già in River Of Sorrow le atmosfere si faranno più “liquide”, lontane, quasi solo un’eco…la splendida All Of Us accompagnata, interrotta, destrutturata dalle splendide trame elettriche della pedal steel mentre il sax sembra andarsene per conto suo, chissà dove….ma sarà la conclusiva The Longer We’re Apart a togliervi letteralmente il fiato…e qui realmente “comprendiamo” tutto quel peso che ci portiamo dentro, quello di un nostro quotidiano scorrere e di un mondo che ci sovrasta in tutte le sue miserie….un Peter Brötzmann qui immenso (ci verrebbe da dire e vorremmo crederci)…no, è solo quanto di più umano e triste possa esserci. Album che non vi “consigliamo” (tanto lo sapete che qui non consigliamo mai nulla) ma è lì ad un passo da quella scelta (se ascoltare o meno) solo vostra ed indiscutibile…Crediamo basti, nel nostro piccolo, che basti ed avanzi…da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui).
English Version (??…!)
Brötzmann / Leigh – Sparrow Nights
(2018, Trost Records / Cien Fuegos)
by Simone Rossetti
We are almost running out of paper and candle….yes, you read that right, in all its “misery and charm” but it means just what we wrote…paper and candle….so we leave you a few lines, we hope those necessary for an album that would require much more, much more (and we apologize but the eyes also want a part of them). Peter Brötzmann, saxophonist and clarinetist of German origins and Heather Leigh musician and American composer dedicated in particular to the use (and study) of the pedal steel guitar in an artistic partnership that began in 2015 and then continued with a lot (and right) thrift until today between free jazz atmospheres, more experimental avant-gardes and taking this music beyond, without haste, following its own time…..”What the fuck am I listening to … fuck you!” or “What the fuck am I listening to….” (but in the meantime you will continue to listen)….rest assured because in any case nothing will change for you, perhaps, and not even for this fucking world. Difficult music…music left to oblivion even before its time, music of crystalline beauty, of a melancholy that (if you continue listening to it) will become abyss and this time without end….but an abyss that we assure you will not be enough………It’s Almost Dark is all in the notes of Brötzmann’s sax, harsh, tender, which will drag you into a bottomless precipice from which there will be no ascent but “only” one more real and lively awareness of our miserable flow….and hats off, there is the nocturnal This Word Love introduced by the tearing notes of Leigh’s pedal steel, the “very hard” This Time Around, the lopsided gait of the titletrack but already in River Of Sorrow the atmospheres will become more “liquid”, distant, almost just an echo…the splendid All Of Us accompanied, interrupted, deconstructed by the splendid electric textures of pedal steel while the sax seems to go away on its own , who knows where….but it will be the final The Longer We’re Apart a togl literally take your breath away…and here we really “understand” all that weight that we carry inside us, that of our daily flow and of a world that dominates us in all its miseries….a Peter Brötzmann here immense (it would come from say and we would like to believe it)…no, it’s just the most human and sad thing there can be. Album that we do not “recommend” (so you know that here we never recommend anything) but it is there one step away from that choice (whether to listen or not) only yours and indisputable…We believe it is enough, in our small way, that it is enough and leftovers…from Roots! it’s all and as always good listening (here).