
Bobby Womack, J.J. Johnson – Across 110th Street
(1972, United Artists)
by Simone Rossetti
Sarà difficile ma per un attimo lasciate perdere il Quentin Tarantino di Pulp Fiction e Jackie Brown, se volete vedere qualcosa di veramente “sudicio” (sudicio nel senso di reale, vero, violento) mettetevi comodi e lasciatevi andare alla visione di Across 110th Street, film del 1972 diretto da Barry Shear ed accostato al genere blaxploitation (“genere” nato agli inizi degli anni ’70 del tipo “nero per neri”, ci siamo capiti). A parte che è un film bello tosto, notevole, drammatico ed amarissimo (nel finale due scene spiazzanti che ovviamente non vi sveleremo ma in particolare una, la prima) c’è anche altro ed è la sua colonna sonora scritta a quattro mani da Bobby Womack (1944 – 2014) ed un grandissimo J.J. Johnson (trombonista, compositore ed arrangiatore scomparso nel 2001); colonna sonora (in realtà la sensazione sarà quella di stare ascoltando un album vero e proprio) che nella pellicola la si apprezza solo in minissimina parte ma che è tanta ma davvero tanta roba. Una immensa strumentale Harlem Love Theme a firma J.J. Johnson da lasciare letteralmente senza fiato, il soul della titletrack in un crescendo che non vi mollerà più e che dire poi di un pezzo come If You Dont’t Want My Love una ballad senza tempo, da brividi e non è finita; c’è il classico funky anni ’70 di Harlem Clavinette e Hang On In There (roba da Starsky & Hutch, a proposito, nel cast c’è anche Antonio Fargas, Huggy Bear, ricordate?), una frizzantissima Quicksand, Do It Right pezzone fra B.B. King e James Brown che vi spaccherà l’impianto stereo in due ed ancora If You Dont’t Want My Love ma questa volta solo strumentale (interamente lasciata alla sezione fiati) e quanta eleganza, quanta magia. Qui di consigli non ne diamo ma questo Across 110th Street (stiamo parlando dell’album) è di una bellezza e potenza tali che non resistiamo, sparatevelo fin dentro le budella (per un ascolto “fisico”), godetene e soprattutto condividete, in tempi che qualcuno vuole “di non ritorno” c’è più che mai bisogno di gioia e luce per un non smarrirsi. Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui).