
Blue Mitchell – Graffiti Blues
(1973, Mainstream Records)
by Simone Rossetti
…..Puntini che sono uno scorrere per poi un divenire “altro”.
Blue Mitchell (1930 – 1979) trombettista e compositore dalla discografia immensa seppur la vita gli sia stata breve, non un innovatore come lo poteva essere un Miles Davis ma che ben sapeva prestare il suo suono ad un qualsiasi contesto (anche non propriamente jazz) sempre con classe, eleganza, stile…Prima con la Riverside, poi nei ’60 con la Blue Note, con la Mainstream nei ’70…poi con altro…infine, immaginiamo, con una “dio Records” (ma per queste incisioni non siamo ancora pronti). E’ il 1973 quando esce il suo Graffiti Blues….forse non un capolavoro, alla fin fine si tratta pur sempre di un “classico” jazz di scuola hard bop (un hard bop “elettrificato” pregno di ritmi funky e sapori blues) ma dove ci ritroverete tutto il sound ed il groove degli anni ’70…..Una New York che oggi non esiste più, colonna sonora perfetta per serie TV come Starsky & Hutch, Shaft, I Jefferson….è quell’ascoltare di disarmante bellezza (crudezza) e sensibilità….La titletrack introdotta dall’armonica di Don Bailey ed a seguire il tema di scuola hard bop ma quello che ascolterete sarà puro funky al 100% (un solo di chitarra elettrica a firma Freddie Robinson da tramandare ai posteri)…la più scura Yeah Ya Right che vi porterà direttamente a passeggiare lungo i marciapiedi del Bronx con un enorme Boombox sulle spalle (tranquilli tanto non sarete nemmeno più “bianchi”), c’è Express con una tiratissima sezione fiati e ritmica (alla batteria Ray Pounds, al basso elettrico Darrell Clayborn, al sax tenore Herman Riley) ma la vera perla arriverà con la notturna e sensuale Asso-Kam e che dire…..che ha un respiro senza tempo, che il solo alla tromba di Mitchell è immenso ma mai sopra le righe, che il sax di Riley suona così Coltraniano da mettere i brividi (e che sentire, che splendido sentire) e come ciliegina sulla torta il solo al piano elettrico di Joe Sample…..A chiudere Dorado altro brano (e che brano) al quale vi sarà impossibile resistergli e se un dio del groove esiste deve annidarsi fra questi solchi profondamente “neri”…Noi ci fermiamo qui (questa è la versione originale poi esiste anche una ristampa della Sony con l’aggiunta di 4 tracce registrate “pre e post”)….e quasi ci dispiace…alzare la puntina dal vinile è quella mazzata di realtà fra i denti della quale faremmo volentieri a meno…no è proprio finita (in ogni senso)…Scendo in strada pieno di buoni propositi quando un idiota con il suo culo seduto sopra ad un SUV sta per mettermi sotto….niente, ci rinuncio. Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui o qui).