
Aretha Franklin – Spirit In The Dark
(1970, Atlantic Records)
by Simone Rossetti
La vita è fatta di persone e le persone sono fatte di storie; laggiù, da qualche parte nel Tennessee, a Memphis, c’è una casa (quasi una capanna ma sempre casa è) dove è nata la “regina del soul”, termine altisonante e tronfio che a parer nostro non rispecchia la storia di una donna che non ha avuto sicuramente una vita facile (come molte donne e non solo per una questione di colore); successo, fama, riconoscimenti e pochi anni prima di lasciare questo mondo la possibilità di cantare alla cerimonia d’insediamento del primo presidente afroamericano degli Stati Uniti; niente di dovuto o di scontato, poteva, come spesso accade, non farcela, mollare, crollare, ma Aretha Franklin credeva in qualcosa, credeva nella sua musica, nella sua fede (gospel e soul), nella sua voce. Una carriera lunghissima quindi, attraversando periodi e mode, alti e bassi, cadute e risalite, difficile scegliere un album in particolare anche se gli anni ’60 e ’70 sono stati sicuramente quelli della maturità e della consapevolezza e proprio da qui abbiamo “pescato” questo Spirit In The Dark (1970), profondamente soul, ostinatamente “black”. Album che si apre con Don’t Play That Song, cori nella migliore tradizione gospel ed una voce irraggiungibile, stiamo ascoltando qualcosa che entrerà di diritto a far parte della storia, il “capolavoro” arriverà con la successiva The Thrill Is Gone, un pezzo blues fin nel midollo con leggere sfumature soul, da brividi; Pullin è più ritmica e con un bel crescendo gospel, un po’ come la successiva Honest I Do mentre con la titletrack si raggiungerà un’altra vetta di rara intensità, una perfezione che non ha eguali; When The Battle Is Over è un tirato rock-blues di buona presa ma spetta a Oh Not My My Baby spiccare il volo verso sonorità più “avanti”, un intro quasi dub e bellissime aperture armonico-melodiche, un brano leggero e sbarazzino che trasmette voglia di vivere malgrado un tutto e tutti; a chiudere un altro brano di impostazione blues, Why I Sing The Blues con una interpretazione vocale tutta di potenza ed intensità. Spirit In The Dark è un grande album ma a parte questo (quasi irrilevante) ci racconta di emozioni che il trascorrere del tempo non può intaccare ed oggi come ieri è un “sentire” immenso; laggiù, da qualche parte nel Tennessee, a Memphis, c’è una casa….e una regina del soul. Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui o qui).
(Memphis, 25 marzo 1942 – Detroit, 16 agosto 2018)