Roots! n.594 dicembre 2022 Alya – Ripples From The Past

Alya - Ripples From The Past

Alya – Ripples From The Past

(2022, Crunch Pod)

by Simone Rossetti

We recommend listening to it at night looking at the sky…to feel your uniqueness and insignificance.” (Alya)

Atmosfere notturne, malinconiche ed eteree alle quali abbandonarsi senza alcun timore e  lasciandosi dietro tutto quello che non ci merita…..E’ la musica degli Alya (Mind Warp alla voce e L.D.A. agli strumenti….e sì, italiani ma ha una qualche importanza?) una dark-wave di scuola primi anni ’80 che ci ricorda tanto i Clan Of Xymox ed i Venus In Furs ma in una dimensione più acustica, intima, quasi gothic-folk….Eppure ma non chiedeteci di un perché eravamo partiti prevenuti e come al nostro solito sbagliando perché questo Ripples From The Past non solo ha qualità da vendere (senza svendersi) ma è proprio quell’album “Da ascoltare di notte guardando il cielo….” un cielo che di questi tempi non sembra promettere niente di buono ma al quale affidarsi come ultima bussola e rifugio. “Album dell’anno” ben consapevoli che non vuol dire un cazzo se non in termini di “pubblicità” ma non lo diciamo per questo né tatomeno ci interessa pubblicizzare nessuno…di pancia e di budella, ora. Prayer è già un elevarsi oltre le nostre quotidiane miserie, un abbandonarsi fluido e ciclico ad una serena ineluttabilità….poi Eternity e basterebbe questa per toccare il cielo con un dito….non avverrà ma ci andrete vicini e che dire, tanto ma tanto di cappello. Fra infinite costellazioni di solitudini si muove Dream con i suoi eleganti tappeti di synths ed uno svolgersi fin troppo sereno (shoegaze anni ’90) che non ci convince del tutto ma resta un bel sentire…Wonder fra un Lou Reed ed un David Bowie, pezzo veramente notevole, da brivido (merito anche della voce di Warp, tanta roba)….Ci stiamo innamorando di questo album di debutto e non va bene….”allora troviamo qualcosa che non va!”….ok, allora diciamo che il bel refrain di Coldsong suona un po’ troppo scontato….però….sarà anche scontato ma ha classe mentre Carved Stones suona già “altro”, più Tuxedomoon, più amara e dis-funzionale (perfetta per le nostre orecchie)…..a tapparci la bocca una Tomorrow Tonight da mozzare il fiato….oscura e sognante, di indelebile bellezza e “perdizione”….ed infine la quasi strumentale The End a far quadrare un cerchio “fortunatamente” solo in parte lasciando così aperte nuove possibilità ed un divenire….Questo è quanto, aggiungere altro sarebbe inutile e non gli renderebbe merito…un lavoro che ha il sapore di altri tempi, per anime gentili e sensibili che hanno ancora il coraggio di fermarsi a guardare un cielo di notte (Alya è una stella che si trova nella costellazione del Serpente, visibile ad occhio nudo) e sentire la propria unicità (tralasciamo sull’insignificanza). Da Roots! è tutto e come sempre buon ascolto (qui). 

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