Roots! n.479 giugno 2022 Alberto Arcangeli – Songs From The Moon’s Alp

Alberto Arcangeli - Songs From The Moon’s Alp

Alberto Arcangeli – Songs From The Moon’s Alp

(2022, autoprodotto)

by Simone Rossetti                     

Il talento (partiamo da qui, in salita, per arrivare ad altro).

Un grande album non è sinonimo di talento né lo è un presunto “capolavoro” od il classico tormentone che (bontà loro) ci propinano ad ogni estate (ultimamente meno, sarà per via del Covid…quando si dice non tutto il male vien per nuocere), il talento non lo si “ascolta”, lo si percepisce appena, una questione di respiro, di sensibilità, di piccole intuizioni; che poi da questo talento nascano grandi album è vero ma non è detto, anzi, il più delle volte la cosa finisce lì e ci si ritrova a campare di “rendita” ma niente più. Alberto Arcangeli di talento ne ha, non sappiamo se “da vendere” ma ce l’ha (precisazione, nessuno ci paga per dirvi questo, il che ci rende “miseri” ma almeno liberi di un pensare critico, onesto). Esiste un luogo (un non luogo?) incastonato fra i monti dell’Appennino marchigiano (a ridosso della Toscana ed Umbria) che ha un nome che è tutto un programma, si chiama Alpe della Luna, personalmente non ci sono mai stato (Google Maps? non fa per me), alle volte basta la magia di un nome. In questo “luogo altro” Alberto ha scritto, composto, suonato, arrangiato e mixato in totale “solitudine” (l’iniziale traccia Setting The Mood ve ne restituirà un senso) Songs From The Moon’s Alp (titolo non a caso), piccolo album che non ha bisogno di aggettivi altisonanti vi basti sapere che ha qualcosa di speciale, personale ed a ben vedere/ascoltare di semplice. Atmosfere acustiche e sognanti (alla Kings Of Convenience) in Let The Silence In, Take Me To The Sea, Dry Leaves On The Floor (ai cori Ombretta Casazza), più Beatlesiane I Fell In Love With Everything e Get Your Hands Off Your Hips (un gran bel sentire, forse nemmeno John Lennon sarebbe riuscito ad interpretarla meglio); se poi amate il paisley underground alla Rain Parade preparatevi ad un vero e proprio tuffo al cuore con un pezzo come Down On The Band (delicata psichedelia anni ’80), una malinconica e dolcissima Foxtrot per concludere infine con la spensierata A Wolf Inside (da lassù Syd Barrett approverà sicuramente, prestate orecchio). Allora, Songs From The Moon’s Alp non è quell’album alla Back In Black che vi spaccherà l’impianto stereo ad un primo ascolto e nemmeno ad un secondo ma saprà accarezzarvi con la sua fragiltà, con il suo essere mai sopra le righe, un lavoro onesto, realizzato con cura certosina e maestria (soffermatevi sul singolo brano, fate caso alla ricchezza di armonizzazioni, a tutte le sue piccole sfumature), sembrano “cazzate” ma non lo sono, non è cosa da tutti, ci vuole talento soprattutto per le cose “semplici”, le più difficili, quelle più intime, tanto di cappello e quel che sarà….sarà. Dall’Alpe della Luna è tutto, siete su Roots! e come sempre buon ascolto (qui o qui).

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